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Uccise la compagna Aurelia Laurenti, sconto di pena in appello: “Ancora non mi spiego cos’è successo”

Giuseppe Mario Forciniti, 35 anni, uccise a coltellate la compagna Aurelia Laurenti, 32enne madre di due bambini: condannato in primo grado a 24 anni, ha accolto la proposta di concordato con riduzione di pena a 22 anni.
A cura di Susanna Picone
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La Corte d'assise d'appello di Trieste ha ridotto di due anni la pena nei confronti di Giuseppe Mario Forciniti, l’ex infermiere di Pordenone di 35 anni che il 25 novembre del 2020 uccise la compagna Aurelia Laurenti, madre dei suoi figli.

La giovane donna fu uccisa a coltellate, almeno una ventina i colpi, nella villetta di Roveredo in Piano (Pordenone) dove i due vivevano. Dall’autopsia era emerso che numerosi fendenti erano stati assestati con notevole forza: quasi tutti i colpi sono andati a segno al viso e al collo della vittima. Aurelia aveva 32 anni e due bambini piccoli.

Dopo il delitto, Forciniti si presentò in questura con le mani ancora sporche di sangue, confessando di aver ucciso la compagna.

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Giuseppe Mario Forciniti, che era stato condannato a 24 anni, ne dovrà scontare quindi 22. L’accusa in primo grado per lui aveva chiesto l’ergastolo, tanto che già la sentenza a 24 anni era stata accolta con rabbia: "Troviamo aberrante la pena di 24 anni inflitta a chi si è macchiato di un atto così grave, così come sono aberranti le dichiarazioni della difesa che inducono a giustificare un assassino, tirando in ballo ‘scompensi emozionali' o ‘raptus’", così nell’aprile dello scorso anno il Coordinamento delle donne della Cisl Fvg.

L’accordo che ha portato allo sconto di pena, che esclude ulteriori appelli, è intervenuto tra il sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello Carlo Sciavicco e il difensore di Forciniti, Ernesto De Toni.

L’imputato, presente oggi nell’aula del Tribunale di Trieste, ha reso dichiarazioni spontanee davanti ai giudici: "Ancora non mi so spiegare cosa sia successo – così l’uomo, recluso nel carcere Due Palazzi di Padova – cercherò di sostenere i miei figli a livello morale e materiale". I bambini sono stati da tempo affidati dal Tribunale ai nonni materni.

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