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Trovato morto il pentito di mafia Armando Palmeri: aveva testimoniato su Messina Denaro e le stragi

Armando Palmeri, collaboratore di giustizia che ha fornito importanti testimonianze sulle stragi nel processo di Caltanissetta che ha condannato Matteo Messina Denaro, è stato trovato morto nei pressi della sua abitazione.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Era stato un testimone chiave nel processo di Caltanissetta che ha condannato all'ergastolo Matteo Messina Denaro come uno dei mandanti delle stragi di Falcone e Borsellino. Il collaboratore di giustizia Armando Palmeri è stato trovato morto nel pomeriggio sulla strada della sua abitazione di Partinico, alle porte di Palermo. Sono in corso accertamenti per ricostruire quanto accaduto, anche se per il momento la pista più accreditata è quella della morte causata da malore, forse da infarto. Palmieri non era più da tempo nel programma di protezione, ma restava un punto di riferimento per le indagini sulle stragi svolte dalla Procura di Caltanissetta.

Palmeri era stato l'autista del capomafia di Alcamo Vincenzo Milazzo, ucciso poco prima della strage di via D'Amelio perché si era dichiarato contrario all'uso delle bombe. Un giorno dopo la sua morte, fu assassinata anche la compagna Antonella Bonomo, che in quel momento era incinta.

Palmeri aveva raccontato ai magistrati anche di incontri tra Milazzo e personaggi interni ai servizi segreti. Sarebbero stati tre gli appuntamenti avvenuti nel 1992, tutti a distanza di mesi l'uno dall'altro. "Mi confidò che erano persone che conosceva da tempo" aveva detto Palmeri ai magistrati palermitani.

Secondo quanto da lui raccontato, a Milazzo era stato chiesto di adoperarsi per la "destabilizzazione dello Stato" attraverso atti terroristici da compiere fuori dalla Sicilia. "Lui però era contrario a queste cose, diceva che non avrebbero portato un vantaggio a Cosa Nostra". Il verbale sugli uomini corrotti nei servizi segreti fu ripreso dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci che ha voluto il processo a Messina Denaro, imputato di essere uno dei mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino. Il processo è giunto in appello, ma è fermo perché non è stato trovato un avvocato d'ufficio.

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