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Trapani, cancelliere del Tribunale si metteva in malattia per lavorare come dentista abusivo

L’impiegato amministrativo in servizio al Tribunale di Trapani inviava certificati medici che attestavano la sua malattia e l’impossibilità di recarsi al lavoro ma intanto andava a lavorare in uno studio dentistico della stessa città pur non avendo alcun titolo per esercitare l’attività odontoiatrica.
A cura di Antonio Palma
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Aveva un normale lavoro con un buon stipendio statale come cancelliere di tribunale ma probabilmente questo non gli bastava, così per lungo tempo ha pensato bene di incassare un doppio salario, facendosi passare per malato in quello ufficiale e impegnandosi nel frattempo in una nuova attività di cui però non aveva alcun titolo: il dentista. È la storia di un dipendete pubblico siciliano condannato nelle scorse ore in via definiva dalla Corte di Cassazione per truffa aggravata ai danni dello Stato. Come ricostruito dall'inchiesta a suo carico, in pratica l'uomo, un impiegato amministrativo in servizio al Tribunale di Trapani, si faceva rilasciare falsi certificati medici per giustificare le sue prolungate assenze durante le quali esercitava in uno studio dentistico. Una doppia truffa visto che l'attività odontoiatrica era completamente abusiva non avendo lui alcun titolo di studio per esercitarla. Per questo l'uomo si è ritrovato al centro di ben due processi il primo dei quali ora ha portato alla sua condanna definitiva.

I fatti contestati all'uomo risalgono al periodo tra il luglio e il settembre 2012 quando l'impiegato non si è recato al lavoro al Tribunale di Trapani fingendo una malattia mentre si recava tutti i giorni allo studio dentistico. Secondo i giudici della suprema Corte, l'uomo "induceva in errore l'amministrazione statale con artifici consistiti nel far apparire, con certificati medici, uno stato di salute che non gli consentiva di recarsi al lavoro presso l'ufficio del dirigente amministrativo del Tribunale di Trapani, mentre invece espletava abusivamente l'attività di medico dentista presso uno studio odontoiatrico in Trapani, così perseguendo l'ingiusto profitto degli emolumenti percepiti da luglio a settembre 2012″.  Una condotta che per i giudici non merita nemmeno le attenuanti generiche per "l'intensità del dolo" e l'assenza di "pentimento". Per lui è arrivata così una condanna a dieci mesi di reclusione e 300 euro di multa.

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