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Tragedia sul Monte Bianco. Donna precipita e muore, gravissima la sua guida alpina

Una donna italiana di 40 anni è morta dopo essere precipitata mentre scendeva dall’Aiguille de Marbrées, a 3.500 metri di quota. La sua guida, Gianfranco Sappa (in foto) è ricoverato in gravissime condizioni.
A cura di Davide Falcioni
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Gianfranco Sappa
Gianfranco Sappa

Nuova tragedia in alta montagna: un'alpinista ha perso la vita a causa di una caduta nel massiccio del Monte Bianco. La donna è precipitata per quasi 150 metri mentre scendeva dall'Aiguille de Marbrées, a 3.500 metri di quota. Con lei in cordata c'era anche una guida alpina di Courmayeur, Gianfranco Sappa, che dopo essere stato soccorso e recuperato ancora vivo è stato trasferito in condizioni disperate all'ospedale di Ginevra. Sul posto è intervenuto il Peloton d'haute montagne della Gendarmerie di Chamonix.

La vittima – la cui identità non è ancora stata rivelata – è una donna italiana, di circa 40 anni. Era una cliente della guida alpina Gianfranco Sappa, "le cui condizioni sono molto, molto gravi", spiega un un portavoce del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix (Francia). "Sono precipitati – ha continuato – per circa 100 metri". L'incidente è avvenuto intorno alle 14 di oggi, giovedì 8 agosto, ed stato causato  da "un ancoraggio che si è rotto, una corda che si è staccata. La causa non è ancora chiara. Non è però direttamente legata ai crolli e al riscaldamento climatico. La traversata dell'Aiguille de Marbrés è una via classica, molto frequentata. Ma non sono state terze persone a provocare l'incidente, per esempio facendo cadere una pietra".

233 anni fa la prima scalata alla vetta del Monte Bianco: era l'8 agosto 1786

La tragedia si è consumata in occasione del 233esimo anniversario della prima scalata alla vetta più alta d'Europa, il Monte Bianco. Era infatti l'otto agosto del 1786 quando, dopo due anni di tentativi, il cercatore di cristalli Jacques Balmat e il medico condotto Michel Gabriel Paccard raggiungevano i 4.810 metri della montagna. I due erano partiti sotto lo sprone dello scienziato Horace-Bénédict De Saussure, che garantì un premio in denaro a chi sarebbe riuscito nell'impresa. Per De Saussure raggiungere la vetta del Bianco, che ammirava tutti i giorni con un cannocchiale dalla finestra del suo studio, era un vero e proprio sogno. Un’ambizione scientifica più che alpinistica, diremmo oggi. Alla base del desiderio del ricercatore c’era infatti la curiosità di poter effettuare alcune misurazioni relative alla pressione atmosferica, confermando le teorie sulla riduzione esponenziale della pressione con l’aumentare dell’altitudine.

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