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Tosi nei guai per 5mila euro all’agenzia investigativa coi soldi pubblici: “Ne uscirò estraneo”

A mettere nei guai Tosi è una fattura da 5mila euro emessa da un’agenzia investigativa di Verona e pagata dalla municipalizzata Amia della stessa città veneta ma, secondo gli inquirenti, a nome e per conto dell’ex primo cittadino in fase di campagna elettorale a favore della sua campagna Patrizia Bisinella. “È un’accusa strampalata, ho sempre pagato tutto” si difende Tosi.
A cura di Antonio Palma
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"Questa nuova indagine mi fa francamente sorridere" così l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi reagisce alle accuse di peculato che gli sono piovute addosso dai pm di Venezia  nell'ambito di una inchiesta  coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia e che ieri ha portato all'arresto di ben 26 persone ritenute in qualche modo collegate alle cosce di ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. A mettere nei guai Tosi è una fattura da 5mila euro emessa da un'agenzia investigativa di Verona e pagata dalla municipalizzata Amia della stessa città veneta ma, secondo gli inquirenti, a nome e per conto dell'ex primo cittadino.

Come scrive il Gip di Verona Barbara Lancieri nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri, l'Attività d'investigazione privata era stata commissionata da un fedelissimo dell'ex primo cittadino: Andrea Miglioranzi, l'uomo messo a capo dell'azienda comunale che si occupa dei rifiuti in città. Secondo qui inquirenti, Tosi avrebbe chiesto a Miglioranzi  di saldare tramite la stessa azienda comunale il conto con l'agenzia investigativa assoldata "per scopi di interesse personale in fase di campagna elettorale a favore della sua campagna Bisinella Patrizia" che era candidata. "È un'accusa strampalata che apprendo dai giornali, figuriamoci se ho fatto pedinare qualcuno" ha spiegato Bisinella, che non è indagata.

Ovviamente il fatto non ha nulla a che fare con gli affari delle cosche di ndrangheta ma l'episodio è emerso indagando i rapporti tra Miglioranzi e alcuni personaggi ritenuti vicino agli affari criminali. "Tutto quello che ho fatto per me, me lo sono sempre pagato: mi tirano in ballo solo perché sono famoso", si difende però Tosi, sicuro  di uscire estraneo. "Quindi sono abituato a subire vicende di questo tipo, ho speso decine di migliaia di euro per difendermi da accuse infondate. Evidentemente fa comodo usare il mio nome" ha dichiarato a Il Gazzettino, aggiungendo: "Da sindaco sono sempre stato rigorosissimo nel mio mandato, tanto da non avere utilizzato per molti anni autisti e veicoli a carico del Comune pur avendone diritto, Questa nuova indagine mi fa francamente sorridere".

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