Torino: il profugo scappato dall’Egitto che ora custodisce i tesori del museo egiziano

Era scappato dal suo Egitto senza la famiglia, all'età di appena 17 anni, per cercare di trovare un futuro migliore in Italia. Ora a cinque anni di distanza si è ritrovato quasi a casa, al Museo Egizio di Torino, dove lavora tutti i giorni tra mummie e sarcofagi che raccontano il passato della sua terra. Come racconta Pier Francesco Caracciolo su La Stampa, è la storia del 22enne egiziano Karam Ahmed che dopo anni di vita al limite come tanti altri immigrati, ora si è ritrovato a fare lo steward, tra biglietteria e sale, del noto museo torinese. Tutto è iniziato quando a 17 anni Karam ha deciso con due suoi amici coetanei di imbarcarsi in una pericoloso viaggio nel Mediterraneo verso l'Italia.
"Da bambino ero stato avvicinato al mondo delle armi e della droga, ma a 15 anni, capii che non era la strada giusta" ha spiegato il ragazzo al quotidiano, ricordando: "In Egitto non c’era futuro per me". Dopo una traversata di due settimane gli scafisti imposero a lui e agli altri di gettarsi ai mare per raggiungere la riva. In molti non sapevano nuotare e più di sessanta persone annegarono al largo delle coste pugliesi compresi i suoi due amici di infanzia. "Sono salito su un treno e mi sono ritrovato a Torino. Per due giorni ho dormito sulle panchine e chiesto l’elemosina. Poi ho incontrato un angelo, Tito, un ragazzo che senza conoscermi mi ha accolto a casa" ha raccontato il 22enne. Da allora ha cercato di integrarsi in tutti i modi prima conseguendo il diploma di terza media e poi cercando dei lavori che infine lo hanno portato al museo egizio. "Un giorno tornerò in Egitto, vorrei diventare un operatore turistico, ma prima c'è il diploma con le scuole serali" ha concluso Karam Ahmed.