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Torino: carabinieri e assistenti sociali prelevano bimbo davanti ai compagni di scuola

Gli assistenti sociali della Circoscrizione 6 di Torino – accompagnati dai carabinieri – hanno prelevato un bambino di 11 anni che ieri mattina stava entrando a scuola a San Mauro Torinese. Il bimbo è stato tolto alla madre dopo una decisione del Tribunale.
A cura di Davide Falcioni
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Gli assistenti sociali della Circoscrizione 6 di Torino – accompagnati dai carabinieri – hanno prelevato un bambino di 11 anni che ieri mattina stava entrando a scuola a San Mauro Torinese. L'operazione ha fatto molto discutere per le modalità: senza alcuna discrezione né rispetto per la privacy del minore, infatti, il prelievo è stato fatto davanti ai compagni di classe del giovane studente. A firmare il provvedimento, che prevede la collocazione del bambino ad una famiglia "affidataria", è stato il Tribunale. La madre ha appreso quello che era accaduto solo nel tardo pomeriggio di ieri, quando ha ricevuto la telefonata da parte di un educatore: "Signora suo figlio sta bene".

La donna si è subito rivolta alla sua avvocata, la dottoressa Simona Donati dello studio legale torinese DDD, che insieme al collega Silvio Delfino ha commentato l'episodio sostenendo che quello applicato ieri mattina sarebbe un "provvedimento che non tiene conto della nostra istanza di revoca sollevata per una questione di legittimità Costituzionale". I legali hanno annunciato che si rivolgeranno alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

La vicenda – come spiega La Stampa – ha avuto inizio nel 2010, quando la donna si è separata dal marito: sei anni più tardi si sono avviate le pratiche per il divorzio, tutt'ora in corso. La questione è precipitata quando la mamma del bimbo ha ricevuto un'ordinanza di sfratto dalla casa dove vive. Il figlio conteso deve quindi trascorrere anche del tempo a casa del padre, che nel frattempo ha una nuova compagna con un figlio 13 enne. Tra i due ragazzini si innesca un rapporto di gelosia. Un giorno il bimbo racconta alla madre di alcuni strani giochi tra suo padre e il nonno paterno: "Baciamo i morti". "Un gioco che farebbe prima di andare a letto – spiega il quotidiano -. Da qui la sua condizione di disagio, e il rifiuto di andare a casa del padre". L'uomo a questo punto decide di rivolgersi agli avvocati chiedendo che il bimbo venisse sottoposto a una perizia dal consulente tecnico d'ufficio, che avrebbe confermato una manipolazione della mamma sul figlio. A seguito di questa perizia, il tribunale ha adottato il provvedimento.

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