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Tifoso investito nel Potentino, 26 arresti. Il Procuratore: “Su un’auto c’era un bambino”

Sono in totale 26 gli arresti eseguiti dalla Polizia nell’ambito delle indagini sugli incidenti tra i tifosi della Vultur Rionero e del Melfi (Eccellenza lucana). Il Procuratore, Francesco Curcio, ha reso noto che “su una delle cinque auto occupate dai tifosi del Melfi vi era anche un bambino”. Il bambino non è rimasto coinvolto negli scontri che hanno portato alla morte di Fabio Tucciariello.
A cura di Susanna Picone
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C’era almeno anche un bambino su una delle auto dei tifosi della Vultur Rionero e del Melfi (Eccellenza lucana) protagonisti degli scontri avvenuti domenica. Lo ha detto il Procuratore, Francesco Curcio, nel corso di una conferenza stampa. Sono stati in totale 26 gli arresti – ai danni di persone di età compresa tra i venti e i trenta anni – eseguiti dalla Polizia nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza sugli incidenti tra tifosi. In conferenza stampa il Procuratore ha reso noto che "su una delle cinque auto occupate dai tifosi del Melfi vi era anche un bambino". Lo stesso bambino non è rimasto coinvolto negli scontri che hanno portato alla morte di Fabio Tucciariello, tifoso della Vultur di trentanove anni, e al conseguente arresto per omicidio volontario del sostenitore del Melfi, Salvatore Laspagnoletta, di trenta anni. Nessun bambino, a quanto si apprende, era presente dunque sull’auto della carovana dell’investimento mortale. La circostanza della presenza del bambino avvalorerebbe l'ipotesi che si sia trattato di un agguato premeditato da parte dei tifosi della Vultur e non di "un appuntamento" concordato tra le due tifoserie.

Tra gli indagati ci sono anche dei minorenni – A quanto si è appreso, tra le persone indagate e non arrestate vi sono anche alcuni minorenni. Quelli arrestati saranno tutti trasferiti nel carcere di Potenza. Le accuse – a parte quella di omicidio per il presunto responsabile della morte di Tucciariello – sono di violenza privata e possesso di oggetti atti a offendere. “È stata violenza tribale, anche in considerazione delle armi sequestrate”, ha detto il Procuratore parlando di quanto accaduto ieri a Vaglio di Basilicata. "Una tribù – ha spiegato Curcio – voleva sfidarne un'altra. Tutto era stato preparato, c'è stata sicuramente pianificazione”. Ulteriori indagini sono in corso da parte degli investigatori.

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