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Taranto, l’ultimatum del sindaco: “Stop alle emissioni anomale entro 30 giorni o chiudo l’Ilva”

Rinaldo Melucci intima ad ArcelorMittal e ad Ilva in As di individuare gli impianti interessati dai fenomeni emissivi che si continuano a registrare entro un mese. In caso contrario saranno portate a “completamento le procedure di sospensione/fermata delle attività”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Eliminare le emissioni nocive entro 30 giorni o ArcelorMittal verrà chiusa”. Questo è in sintesi il messaggio del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci,  ha firmato un'ordinanza con la quale intima il colosso industriale e Ilva in As di individuare gli impianti interessati dai fenomeni emissivi che si continuano a registrare "eliminando gli eventuali elementi di criticità e le relative anomalie” nel giro di un mese. Qualora "siano state individuate le sezioni di impianto oggetto di anomalie" e "non siano state risolte le criticità riscontrate", ordina "di avviare e portare a completamento le procedure di sospensione/fermata delle attività".

Ilva, ultimatum del sindaco di Taranto

Nel caso non si risolvano le criticità nei tempi indicati, il sindaco Rinaldo Melucci ordina ad ArcelorMittal ed Ilva in As, ciascuna per sua competenza e responsabilità, "di avviare e portare a completamento, nei tempi tecnici strettamente necessari a garantirne la sicurezza, e comunque non oltre 60 giorni dal presente provvedimento, le procedure di fermata dei seguenti impianti: Altiforni, Cokerie, Agglomerazione, Acciaierie".
L'ordinanza è trasmessa anche a Ministero dell'Ambiente, Prefetto di Taranto, Questore di Taranto, Ispra, Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Statte, Arpa Puglia, Asl Taranto e Ares Puglia. Gli atti sono trasmessi inoltre, "per opportuna conoscenza, al Procuratore della Repubblica dì Taranto".

Melucci scrive anche al premier Conte

Melucci ha scritto anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, annunciando “imminenti iniziative amministrative volte ad obbligare il gestore” dell’ex Ilva “ad una condotta più appropriata o, in difetto, al fermo dell’attività produttiva del sito di Taranto”. Il sindaco motiva la sua decisione in relazione a "rilevanti fenomeni emissivi” che “stanno recando alla salute pubblica”. Melucci rileva poi “l'inefficacia delle trattative con il gruppo ArcelorMittal e l’atteggiamento di quest’ultimo nei confronti degli impianti e della città tutta, partendo dall’urgenza e contingibilità dei pregiudizi” arrecati dalle emissioni.

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