Tamponi covid abusivi, reagenti scaduti e positivi non segnalati: Nas denunciano decine di centri analisi

Tamponi covid eseguiti senza alcuna autorizzazione dell’Asl e in alcuni casi con reagenti scaduti, condizioni igieniche non ottimali e casi di positività al coronavirus non segnalati alle competenti autorità sanitarie, sono solo alcune delle numerose irregolarità riscontrate dai carabinieri dei Nas durante i controlli a tappeto su tutto il territorio nazionale nei centri e laboratori di analisi che offrono servizi di diagnostica per la ricerca del virus SARS-CoV-2 ma anche in strutture operanti nel commercio e nell'erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche.
Sanzioni per 145mila euro
Nell’ultima settimana i militari del nucleo antisofisticazione e sanità dell’Arma infatti hanno ispezionato quasi 300 aziende e laboratori di analisi riscontrando irregolarità varie in 67 centri sparsi in tutta Italia. I controlli, svolti dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute d’intesa con il Ministro della Salute, hanno portato alla contestazione di 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145mila euro di sanzioni pecuniarie. Come spiegano i Nas il 60% delle violazioni è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico.
Scarsa igiene e mancanza di tecnici di laboratorio abilitati
Tra le irregolarità più frequenti, il mancato possesso delle autorizzazioni a svolgere i test covid, che rappresentano il 15% del totale delle infrazioni contestate, e l’omessa / ritardata comunicazione dei casi di positività che rappresenta il 14% delle sanzioni rilevate. Non sono mancati i casi di scarsa igiene dei locali mancanza di tecnici di laboratorio abilitati e addirittura l’uso di reagenti e diagnostici scaduti. Alcuni dirigenti di laboratorio soni stati infine denunciati perché attestavano all’Asl tamponi al prezzo convenzionato ma richiedevano invece agli utenti una somma superiore.
Vendita kit covid nelle erboristerie
Un ulteriore fenomeno rilevato dai carabinieri è stata la vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi. Infine si è scoperto che in un caso era stata avviata una campagna di screening della popolazione, affidata da alcuni Comuni ad un laboratorio, senza alcuna comunicazione preventiva all’Autorità sanitaria.