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Stuprarono in tre una sedicenne, per il giudice fu solo “uno sfogo sessuale”

“Uno sfogo sessuale”.  È con questa motivazione che l’accusa di stupro in concorso è stata derubricata ad ‘abuso sessuale semplice’ per tre giovani ritenuti responsabili di aver aggredito sessualmente una minorenne mentre era incosciente durante una festa privata a casa di uno dei giovani a Playa Union, in Argentina. Con un capo di imputazione di questo tipo i tre potrebbero cavarsela con una condanna a tre anni.
A cura di Angela Marino
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"Uno sfogo sessuale".  È con questa motivazione che l'accusa di stupro in concorso è stata derubricata ad ‘abuso sessuale semplice' per tre giovani ritenuti responsabili di aver aggredito sessualmente una minorenne mentre era incosciente durante una festa privata a casa di uno dei giovani a Playa Union, in Argentina. La decisione del giudice istruttore di Rawson, Fernando Rivarola, titolare del procedimento contro i tre Ezequiel Quintana, Leandro Del Villar e Luciano Mallemaci, ha scatenato una accesa polemica sui social network soprattutto da parte del movimento contro la violenza machista NiUnaMenos, che in Argentina ha festeggiato il quinto anniversario dalla nascita.Lo scandalo riguarda soprattutto le pene previste dal codice penale per i due tipi di reato differenti. Nel caso di abuso sessuale aggravato di gruppo, la condanna può arrivare a 15-20 anni di carcere, mentre con la formula scelta da Rivarola gli imputati potrebbero addirittura cavarsela con tre anni di prigione con la condizionale, pena sospesa, il che vuol dire che nessuno andrebbe in prigione. 

I fatti risalgono al 2012, ma a causa ma, raccontano i media locali, probabilmente per il fatto che gli imputati appartenevano a influenti famiglie di politici e imprenditori, l'istruttoria è stata avviata soltanto all'inizio dello scorso anno. Nonopstante il Pm abbia riconosciuto il fatto che la vittima era incosciente e quindi in condizioni di minorata difesa ha optato per l'"atto di sollievo sessuale". Anche la vittima, all'epoca sedicenne, ha ammesso di aver ricevuto pressioni. "Immediatamente sono iniziati i loro tentativi di mettere a tacere sia me che i miei amici", ha detto. "Per questo motivo – continuato la vittima, che ha anche confessato di aver tentato il suicidio – ho dovuto andare a vivere in un'altra città come se fossi io la responsabile della situazione". Il governatore di Chubut, Mariano Arcioni, si è visto costretto a chiedere la costituzione di un gran giurì chiamato a valutare il comportamento del magistrato in vista di un eventuale provvedimento disciplinare. "Non possiamo più tollerare che si voltino le spalle alle vittime. È necessaria una riforma della giustizia e che si indaghi a fondo l'azione del procuratore in questa causa" ha detto il ministro dell'Interno Wado de Pedro.

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