Strage Palagiano, ergastolo al presunto mandante: tra le vittime anche Domenico, 3 anni

La Corte d'Assise di Taranto presieduta dal giudice Michele Petrangelo (a latere Misserini e sei giudici popolari) ha condannato all'ergastolo Giovanni Di Napoli, “Nino il Calabrese”, ritenuto il mandante della strage di Palagiano, il triplice omicidio avvenuto la sera del 17 marzo 2014 sulla strada statale 106, nel Tarantino. In quella strage furono uccisi il pregiudicato in semilibertà Cosimo Orlando, la sua compagna Carla Maria Fornari, e anche il figlioletto di lei Domenico Petruzzelli, un bambino di neanche tre anni. Si salvarono invece i suoi due fratellini di sei e sette anni, seduti sui sedili posteriori dell’auto. Il piccolo Domenico si trovava sul sedile anteriore, in braccio a Cosimo Orlando, e fu colpito dalla scarica di proiettili partiti dall’auto dei sicari.
Contrasti personali tra Di Napoli e Orlando – Il movente dell’agguato mortale sarebbe legato a contrasti personali tra il presunto mandante Di Napoli e Cosimo Orlando. A quanto pare il giorno prima della strage Orlando avrebbe perfino preso a schiaffi Di Napoli in un bar chiamandolo “infame”. La sentenza di condanna ha accolto la richiesta dei pm Alessio Coccioli e Remo Epifani. Nell’ultima udienza, a intervenire era stato il professor Armando Veneto, difensore di Di Napoli che aveva cercato di dimostrare che “non ci sono prove a carico” del presunto mandante. Secondo l'accusa Di Napoli avrebbe pagato tra i 50 e i 70mila euro i sicari per uccidere la coppia.
Le altre condanne – Oltre all’ergastolo per “Nino il Calabrese”, il collegio di giudici ha condannato a quattro anni di reclusione Giuseppe Ruffano, imputato per il furto, in concorso con Di Napoli, dell'auto che sarebbe stata usata come mezzo di copertura la notte della strage, e due anni con pena sospesa Antonio Valente e Antonio Daraio, entrambi residenti a Palagiano, accusati di favoreggiamento personale nei confronti di Di Napoli.