“Sono rastafariano e fumo marijuana per meditare e pregare”, 30enne barese scarcerato

"Ho la marijuana perché la fumo per meditare e pregare in quanto seguace del rastafarianesimo" così si è giustificato davanti ai giudici un trentenne di Toritto, in provincia di Bari, arrestato nei giorni scorsi dalla polizia che lo accusa di possesso e spaccio di droga. L'uomo era stato fermato dagli agenti venerdì pomeriggio in stazione perché trovato in possesso di 8 grammi di marijuana. Nella successiva perquisizione a casa gli agenti poi avevano trovato e sequestrato altri 60 grammi della stessa sostanza e per lui è scattato l'arresto. Portato in tribunale però l'uomo ha sostenuto che la sostanza gli serve per la pratica religiosa, così alla fine il giudice lo ha rimesso in libertà anche se le accuse a suo carico restano.
Il 30enne, titolare di una tabaccheria, ha spiegato di aver anche allestito nella sua casa una stanza adibita alla meditazione, dove c'è un giradischi con il quale ascolta la musica ‘rasta' e dove fuma marijuana per meditare. L'uomo ha sottolineato che la fede religiosa del rastafarianesimo, oltre alla consacrazione del proprio capo e dunque l'astensione dalla tonsura e dalla pettinatura che generano le celebri trecce, ha tra i suoi precetti anche l'utilizzo della marijuana come erba medicinale, erba meditativa, apportatrice di saggezza e ausilio alla preghiera.
Per quanto riguarda le buste trovate dagli agenti durante la perquisizione in casa e che per i poliziotti servivano al confezionamento della droga, il 30enne ha assicurato invece che erano destinate all'imballaggio di borse nuove che vende nella sua tabaccheria. Il gip, sulla base dell'interrogatorio di garanzia e tenendo conto dell'assenza di precedenti penali dell'uomo, ha ordinato la sua immediata scarcerazione rinviando però al prossimo 5 ottobre la discussione di merito nel processo con rito abbreviato.