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Soldi e diamanti in cambio di sentenze favorevoli: arrestati due magistrati pugliesi

Antonio Savasta e Michele Nardi, rispettivamente giudice e pubblico ministero a Roma, sono stati arrestati con le accuse di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso. Avrebbero ottenuto soldi e persino diamanti in cambio di sentenze favorevoli verso gli imputati.
A cura di Davide Falcioni
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Antonio Savasta e Michele
Antonio Savasta e Michele

Antonio Savasta, ex pubblico ministero del Tribunale di Trani ma ora giudice a Roma, e il suo collega Michele Nardi, pm a Roma, precedentemente gip a Trani e magistrato all’ispettorato del ministero della Giustizia, sono stati tratti in arresto e condotti in carcere su disposizione della Procura di Lecce con le accuse di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso. Nell’inchiesta è coinvolto, anche se con un ruolo secondario, anche l’imprenditore Luigi Dagostino, re degli outlet ed ex socio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, che era stato indagato a Trani da Savasta per false fatturazioni per le sue imprese. Il pm, secondo l’accusa dei magistrati di Lecce, lo avrebbe favorito in cambio di utilità. Per l’imprenditore è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dell’attività imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi per un anno.

Secondo l'accusa Antonio Savasta e Michele Nardi avrebbero garantito esiti processuali positivi in diverse vicende giudiziarie e tributarie in favore degli imprenditori coinvolti in cambio di ingenti somme di danaro e, in alcuni casi, di gioielli e diamanti. Gli imprenditori avrebbero pagato per i favori ricevuti e gli avvocati avrebbero svolto il ruolo di intermediari e facilitatori. E' quanto avrebbe accertato la Procura di Lecce, che nella nota firmata dal procuratore Leonardo Leone de Castris spiega come le indagini abbiano svelato un “programma criminoso” che tramite il “costante ricorso alla corruzione di pubblici ufficiali, assicurava favori nei confronti di facoltosi imprenditori”. Savasta e Nardi “avrebbero garantito positivi esiti processuali” nelle vicende giudiziarie in cui erano coinvolti gli imprenditori, “in cambio di ingenti somme di denaro e in alcuni casi di altre utilità tra cui anche gioielli e pietre preziose“.

Il valore dei beni sequestrati supera complessivamente i due milioni di euro. In particolare, al magistrato Michele Nardi sono stati sequestrati beni per 672mila euro tra cui un orologio Daytona Rolex d'oro e diamanti; all'altro magistrato Antonio Savasta sono stati sequestrati beni per quasi 490.000 euro; altri 436mila sono stati sequestrati rispettivamente al poliziotto Vincenzo Di Chiaro, e all'avvocata barese Simona Cuomo. All'imprenditore fiorentino e all'avvocato Ruggiero Sfrecola altri 53mila euro.

La Procura ha aggiunto: "Il ricorso alla misura cautelare si è reso indispensabile tenuto conto del concreto pericolo di reiterazione di condotte criminose e del gravissimo, documentato e attuale rischio di inquinamento probatorio".

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