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Segregata dalla famiglia per motivi religiosi, avverte i carabinieri durante la Dad ad Arezzo

La ragazza era stata chiusa in casa dai familiari perché non frequentasse il fidanzato di diversa religione. Ha approfittato della Dad e del computer e mentre faceva lezione online ha scritto una email ai carabinieri che son subito intervenuti per liberarla. Ora è stata affidata ad un centro antiviolenza.
A cura di Antonio Palma
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Segregata in casa dalla sua stessa famiglia solo per impedirle di vedere il fidanzato, sgradito ai parenti perché di diversa religione, è l’assurdo episodio che ha visto protagonista suo malgrado una ragazza di poco meno di venti anni residente in provincia di Arezzo. La giovane è stata rinchiusa in casa dai genitori per giorni e la sua prigionia sarebbe durata ancora più a lungo se non avesse colto l’occasione di allertare i carabinieri attraverso il computer che le era stato concesso per seguire le lezioni di scuola con la didattica a distanza. Sono con l’intervento dei militari dell’arma infatti la ragazza è stata liberata ed è potuta finalmente uscire.

Come spiegano dall'Arma in una nota, la ragazza è riuscita a chiedere aiuto utilizzando l’unico strumento che le era possibile avere, inviando una mail ai carabinieri attraverso la casella di posta elettronica usata per la Dad. Alla giovane, di origine straniera, i familiari non solo avevano tolto la libertà di uscire ma anche il cellulare e qualsiasi altro strumento informatico per poter comunicare con l’esterno e in particolare col fidanzato. Come ricostruito dai carabinieri, infatti i parenti erano contrari alla sua relazione con un giovane poco più grande di lei, perché questo è di fede diversa dalla loro. Da quando avevano scoperto il loro rapporto, la ragazza poteva uscire raramente e solo scortata da uno dei famigliari maschi.

Nel breve messaggio invitavo ai carabinieri la ragazza ha raccontato il suo calvario, sottolineando che i suoi parenti erano pronti ad usare la violenza nei confronti suoi e del fidanzato e a riportarla con la forza nel Paese d’origine. Vista la gravità dei racconti, i carabinieri si sono subito messi sulle sue tracce e, dopo aver rintracciato con precisone l’indirizzo, si sono presentati nell’abitazione portandola via. La ragazza ha confermato tutto il racconto in caserma ed è stata quindi affidata ad un centro antiviolenza. Le indagini dei carabinieri proseguono per ricostruire le responsabilità dei famigliari.

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