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Scuola senza voti, la dirigente: “Generano ansia. Dare un quattro non è necessario”

Da mesi si parla della possibilità di eliminare i voti dal sistema scolastico. Ne ha parlato la preside di un liceo torinese, Accardi Benedettini: “Oggi è necessario ripensare l’intero modello pedagogico: un’esigenza di cambiamento sentita dai ragazzi, ma anche da molti docenti”.
A cura di Biagio Chiariello
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Antonella Accardi Benedettini è la preside del liceo artistico Passoni di Torino. Lavora da 40 anni nel mondo dell'istruzione e vorrebbe una scuola senza voti.

Non è un sogno, ma un’esperienza già realizzata. Oggi è necessario ripensare l’intero modello pedagogico: un’esigenza di cambiamento sentita dai ragazzi, ma anche da molti docenti" dice al Corriere della Sera.

L'argomento sarà discusso sabato al Circolo dei Lettori di Torino al convegno dal titolo “La scuola che vorrei”.

Una scuola che riesce a motivare e ad appassionare non ne ha bisogno. Sono queste le due parole chiave: motivazione e passione, che devono riguardare tutti. Non solo i ragazzi, ma anche i docenti. Ripensare il sistema della valutazione significa cambiare approccio educativo rispetto a quello che proponiamo”, ha aggiunto.

Ecco per quale motivo la dirigente crede che le valutazioni numeriche siano deleterie: “I voti generano ansia da prestazione. Molti studenti durante le interrogazioni non riescono a esprimere quanto imparano perché non ne vedono il senso o sentono i contenuti distanti dai loro bisogni. Ma dare un 4 non è necessario. Molto meglio per loro capire cosa non hanno capito e motivarli a imparare”.

“Dobbiamo insegnare ai ragazzi la capacità del problem solving per affrontare i problemi di qualsiasi natura, con i docenti che li accompagnano nel processo di crescita. Con la frustrazione e il pensiero del giudizio legato al voto non si insegna a gestire l’ansia. Al contrario, non si fa che aumentarla”, è il pensiero della Accardi Benedettini.

Un sistema senza voti potrebbe portare a vari benefici: “I vantaggi sono per tutti. Chi ha una media altissima spesso rimane intrappolato nel doverla mantenere a tutti i costi. Succede anche che siano proprio i più bravi a sviluppare la fobia scolare, nel passaggio da un grado all’altro. Al primo voto meno alto del previsto, è già un insuccesso”.

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