588 CONDIVISIONI

Scopre di aver un tumore tramite il proprio smartphone: “Nessun medico a parlarmi”

Simona, 44enne veneta, ha scoperto di aver un melanoma maligno dopo aver scaricato il referto online sul proprio cellulare. “È inaccettabile: tutto senza filtro, senza sostegno, senza contenimento” dice la donna. Ma la responsabilità non sarebbe dei medici ma delle norme in vigore…
A cura di Biagio Chiariello
588 CONDIVISIONI
Immagine

Scoprire di aver il cancro tramite il proprio smartphone. Era il 21 luglio scorso quando a Simona, 44 anni, è caduto il mondo addosso. Era da sola quando sullo schermo del suo cellulare ha letto che le era stato diagnosticato un melanoma maligno, senza che un medico la chiamasse per convocarla e darle la delicata notizia. Appena due settimane prima aveva consegnato il suo prelievo istologico per un sospetto basalioma al braccio all'unità di Anatomia Patologica dell’ospedale Ca' Foncello di Treviso. La storia è riportata dal Gazzettino.

“È inaccettabile. La lettura del referto di cancro scaricato sul cellulare senza filtro, senza sostegno, senza contenimento” ha detto Simona al quotidiano veneto. “Ci sono dei principi deontologici basilari senza i quali nessun servizio sanitario può definirsi civilizzato. Non è possibile supporre quali siano le risorse intellettuali, psicologiche, fisiche e spirituali dei pazienti. Non possono essere trattati come è capitato a me” ribadisce. Dopo la choc della diagnosi Simona ha dovuto trascorrere due giorni senza poter far niente, visto che era sabato. “Sapendo che qualsiasi diagnosi di cancro viene comunicata personalmente per le implicazioni psicologiche delicate che ne derivano – dice la 44enne – ho aperto il referto sorseggiando la tazza del caffè del mattino ricorda e ho letto la diagnosi di melanoma maligno. Tra l'altro era sabato. Non ho potuto parlare con nessun medico del reparto. Sono stata costretta ad aspettare fino a lunedì per un confronto diretto”.

Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 2, sostiene però che la responsabilità non è dei medici ma delle norme in vigore: in caso di esami fatti in libera professione infatti, i referti si possono scaricare online. Simona era infatti andata a fare i test a pagamento: “Ci dispiace. Ma l'esame è stato fatto in libera professione. Esce da quello che fa l'Usl attraverso l'Anatomia patologica”, spiega Benazzi. “In libera professione, come previsto dalla legge, c'è la possibilità di scaricare i referti online: la risposta è diretta. Questi non vengono vagliati. Solo quelli che facciamo a livello istituzionale vengono valutati in base all'esito per poi chiamare le persone in modo da avere un confronto diretto” aggiunge il medico.

588 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views