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Schianto contro auto in doppia fila, Salvo muore dopo 10 anni di coma: “Ora sei libero di volare”

“C’era un’auto in doppia fila che addirittura stava andando in retromarcia” ha raccontato la sorella di Salvo Cavallaro, per tutti Budy, giovane palermitano morto dopo quasi 10 anni di coma.
A cura di Antonio Palma
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Stava tornando a casa a Monreale in moto quando un tragico destino ha voluto che la sua corsa si fermasse per sempre lungo il tragitto a causa di un devastante incidente stradale. È la storia di Salvo Cavallaro, per tutti Budy, giovane palermitano morto nei giorni scorsi dopo quasi 10 anni di coma in cui era finito a causa dei quel terribile.

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“Adesso sei libero di volare”, ha scritto la sorella salutando per l’ultima volta Salvo e annunciando la fine del lungo calvario di Budy e della sua famiglia, iniziato nella lontana estate del 2013. Salvo si è spento nei giorni scorsi a pochi giorni dal suo trentaseiesimo compleanno. Una notizia seguita decine di messaggi di cordoglio da parte di chi non lo ha mai dimenticato nonostante questi lunghi anni in ospedale senza mai riprendere conoscenza.

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“Mi ricordo ancora il tuo essere allegro e solare, sempre sorridente; che il tuo calore possa continuare a scaldare i cuori dei tuoi familiari e a vegliare sempre su di essi”, è uno dei messaggi un’amica mentre un’altra scrive: “Come dice tua sorella ora sei libero di volare…e continuare a sorridere ed essere tranquillo e sereno”.

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Il ragazzo era rimasto gravemente ferito dopo uno scontro violento con un’auto parcheggiata in seconda fila mentre stava percorrendo via Tasca Lanza a bordo di una motocicletta per tornare nella sua casa di Monreale. “Ce n’era una, quella contro cui ha impattato, che addirittura stava andando in retromarcia. Inutile la frenata, c’era anche l’asfalto bagnato”, ha raccontato la sorella a Today rivelando che la vicenda si è conclusa con un concorso di colpa.

Salvo fu colpito da un grave trauma cranico che lo aveva reso immobile. La famiglia ha cercato in tutti i modi di aiutarlo portandolo anche in un centro di riabilitazione fuori regione. Nella speranza che potesse servire, le sorelle si sono iscritte e laureate anche in scienze infermieristiche in questi anni. Una speranza alimentata dal fatto che in un primissimo momento Salvo era tornato anche ad alimentarsi poi il coma profondo da cui non si è mai più ripreso.

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