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Samantha D’Incà in coma irreversibile, riabilitazione a Vipiteno. La mamma: “Questa non è vita”

Samantha D’Incà, la 30enne in coma irreversibile da ormai 6 mesi dopo una banale operazione a una gamba, sarà trasferita in una struttura di Vipiteno per le cure riabilitative. Solo dopo il Comitato etico si esprimerà sul percorso di fine vita voluto dai genitori. “Con questa terapia sarà in grado solo di deglutire come un bambino di pochi mesi” spiega il padre della ragazza. La mamma: “Battiamo contro un muro di cemento. Samantha non avrà mai una vita dignitosa”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Nella migliore delle ipotesi, Samantha a Vipiteno potrebbe solo deglutire come un bambino di pochi mesi. Sono gli unici progressi che potrebbe fare. Questa è vita?". Lo ha dichiarato Giorgio D'Incà, il padre della 30enne in coma irreversibile da ormai sei mesi dopo un'operazione per una frattura alla gamba. Samantha D'Incà dovrebbe essere trasferita in una clinica in Alto Adige per cure riabilitative dopo che il comitato etico ha espresso parere contrario sull'eutanasia. Alla fine delle terapie il Comitato si esprimerà nuovamente sul percorso di fine vita voluto dai genitori. "Non sappiamo ancora la data del trasferimento ma poco importa – spiega il genitore -. Nostra figlia non ci sarà restituita.

"Aspettiamo che ci venga indicata la strada da prendere. Ci è stato imposto di procedere in questo modo e non possiamo tirarci indietro. Anche il legale ha dovuto accettare controvoglia" ha raccontato la madre della 30enne. La ragazza, pur avendo sempre espresso la volontà di procedere con il percorso di fine vita nel caso in cui fosse stata vittima di un incidente, non ha mai redatto un testamento biologico scritto. I genitori, quindi, non riescono a far valere le volontà della ragazza. Il Tribunale di Belluno si è opposto a nominare come amministratore di sostegno Giorgio D'Inca, padre della ragazza, perché "troppo coinvolto nella vicenda per ricoprire un ruolo così complicato".

Alla fine del percorso, il docente di neurologia dell'Università di Innsbruck Leopold Saltuari dovrebbe esprimersi sulle condizioni di Samantha con un parere definitivo sulla sua prognosi. Saltuari però ha già detto che le possibilità di recupero sarebbero pari a zero. "I tempi per la riabilitazione diventano lunghissimi e i miglioramenti sono minimi. Non si avrebbero progressi prima di sei mesi o addirittura un anno. Si tratta di un iter obbligatorio che sta facendo solo del male a mia figlia. Sappiamo che non tornerà più quella di prima e non avrà una vita dignitosa" ha spiegato ancora la madre della ragazza. Secondo quanto dichiarato dal genitore, la 30enne si è sempre dichiarata contraria all'accanimento terapeutico. "Passo le mie giornate con lei, le leggo qualcosa e piango. Sono a lavoro e piango. Vado in giro e piango. Sono devastata e stanca: batto insieme a mio marito contro dei muri in cemento".

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