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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, l’avvocato dei genitori a Fanpage: “L’intercettazione? Ridicolo parlare di confessione”

“Parlare di confessione è completamente ridicolo”, così a Fanpage.it Simone Servillo, l’avvocato dei genitori di Saman Abbas dopo la pubblicazione di un’intercettazione in cui si sente il padre della 18enne pakistana dire “ho ucciso mia figlia”.
A cura di Chiara Ammendola
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Le ultime immagini di Saman Abbas la sera della scomparsa
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“Da quelle frasi non si può presumere niente, parlare di confessione è assolutamente ridicolo: non vedo l'ora che inizi questo processo perché così finalmente inizieremo a parlare seriamente di una vicenda che è molto seria”, a pronunciare queste parole è Simone Servillo, l'avvocato di Shabbar Abbas, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47 anni, accusati dell'omicidio della figlia Saman, scomparsa da Novellara il 30 aprile 2021. A Fanpage.it il legale dei genitori della 18enne pakistana, che secondo la Procura sarebbe stata uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato, punta il dito contro la diffusione dell'informativa a mezzo stampa che vedrebbe il padre di Saman confessare l'omicidio della figlia.

Avvocato oggi sono stati pubblicati gli stralci di un'intercettazione telefonica in cui il padre di Saman sembra confessare l'omicidio della figlia
Da quegli stralci non si può ricavare nulla, addirittura leggo che c'è qualcuno che parla di confessione, ma lì non abbiamo nemmeno contezza effettivamente di chi sia l'interlocutore e gli stralci che sono stati estrapolati possono essere letti anche in chiave figurativa. Oltretutto stiamo parlando di intercettazioni di soggetti che parlavano in pakistano, magari in un dialetto: quindi parlare di confessione è completamente ridicolo.

Da quelle frasi non si può presumere assolutamente niente e dagli elementi che sono stati raccolti da parte dell'accusa si possono trarre una miriade di argomentazioni a discapito, io non vedo l'ora che inizi questo processo perché così finalmente inizieremo a parlare seriamente di una vicenda che è molto seria.

"Ho ucciso mia figlia" è una frase piuttosto esplicita, in che modo possiamo intenderla in chiave figurativa? 
Innanzitutto bisogna vedere se è stata tradotta correttamente perché, se ho ben capito quello che è stato consegnato ai media, e chi lo ha fatto si assunto una bella responsabilità, è un'informativa. Poi bisogna entrare nel merito della traduzione e capire se le parole che sono state pronunciate avevano un senso figurativo oppure reale. Quando due persone vengono intercettate ogni parola o frase non può essere estrapolata ma va letta nella sua interezza. Non è nemmeno chiaro chi fosse l'interlocutore.

Si tratta di una conversazione avvenuta tra il padre di Saman e un parente in Italia
Le dico solo che chi ha parlato di confessione in riferimento a quel virgolettato ha vaneggiato, è un vaneggiamento vero e proprio.

Agli atti c'è anche la testimonianza di un cugino che parla di un bacio tra Saman e il fidanzato e che avrebbe scatenato le ire dei famigliari
Il materiale raccolto dall’accusa è suscettibile di una molteplicità di interpretazioni e molte di queste sono assolutamente in chiave assolutoria. Il processo va fatto in tribunale, ma quello che posso dire è che il virgolettato uscito oggi è di un'inconferenza assoluta e chi ha fatto uscire quella informativa si è assunto una responsabilità forte: noi avremo un giudice a composizione mista e chiaramente il fatto che si cominci sin da ora a parlare in certi termini non può che avere un effetto negativo sulla serenità e l'imparzialità del giudice. I giornalisti fanno il loro mestiere e se hanno una notizia è giusto che la pubblichino, ma qualcun altro forse ha fatto male il suo mestiere: quell'informativa ha la sua sede naturale altrove, sicuramente non sulle pagine di un giornale.

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