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Roberto muore suicida in carcere, il papà ex poliziotto: “Malato ma ignorato, non deve più accadere”

“Alla fine è crollato dopo 15 giorni senza dormire. Sono un padre disperato che vuole che queste cose non accadano più” ha dichiarato il padre del 29enne in una lettera di accuse contro il sistema carcerario italiano.
A cura di Antonio Palma
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Non ce l'ha fatta Roberto, il ragazzo di 29 anni che nei giorni scorsi aveva tentato di uccidersi nel carcere di Palermo dove era detenuto. Il giovane è deceduto nelle scorse ore dopo diversi giorni di agonia all’ospedale Civico di Palermo dove era ricoverato da quella terribile giornata quando era stato ritrovato impiccato con le lenzuola in cella.

Roberto era stato trovato nel carcere “Pagliarelli” di Palermo con il lenzuolo attorno al collo ma ancora vivo, era stato soccorso e trasportato in ospedale dove era stato ricoverato nel reparto di rianimazione ma le sue condizioni era apparse subito molto gravi ed era finito in coma. Un lungo sonno da cui purtroppo non si è mai più risvegliato ed è morto nelle scorse ore.

Ad annunciare la sua prematura scomparsa l'associazione Antigone a cui nei giorni scorsi si era rivolto il papà del 29enne con una drammatica e straziante lettera di accuse contro il sistema carcerario italiano. "Roberto ha fatto quello che ha fatto perché, nonostante chiedesse aiuto ai medici per il suo stato di salute, veniva quotidianamente ignorato" aveva denunciato pubblicamente il padre, ex poliziotto.

"Il caldo infernale lo ha distrutto, nonostante spendesse tutti i soldi che gli lasciavamo per comprare bottiglie di acqua per cercare sollievo e rianimarsi un po’. Alla fine è crollato dopo 15 giorni senza dormire. Sono un padre disperato (poliziotto in pensione), che vuole che queste cose non accadano più e che ci sia più attenzione verso questi ragazzi" aveva scritto il genitore, aggiungendo: "A soccorrere e a rianimare mio figlio sono stati gli altri detenuti, mentre le guardie si sono solo disturbate a chiamare un’ambulanza. Aiutatemi a far passare questo messaggio per poter aiutare chi si trova nella stessa situazione in cui si è venuto a trovare il mio figliolo. Grazie mille e prego affinché questo non accada più".

Secondo l'associazione Antigone nel 2022 ci sono stati oltre sessanta suicidi, più di tutto il 2021 e ad agosto un suicidio in carcere ogni 2 giorni. "Chiunque sia impegnato nella campagna elettorale non può voltare lo sguardo. Il carcere di oggi rinchiude grandi quantità di persone con storie di solitudine, di disagio psichico, di povertà, di esclusione sociale, di dipendenze. Storie che trasudano sofferenza, abbandono e disperazione e che evidenziano quanto selettivo sia il sistema penale, teso a colpire prevalentemente chi è escluso dal welfare" ha dichiarato Susanna Marietti, Coordinatrice di Antigone.

L'associazione che da anni si batte per maggiori diritti nelle carceri italiane, ha ottenuto un grande risultato proprio in questi giorni. Il capo del  Dap infatti ha annunciato una circolare per stabilizzare le videochiamate e sollecitare gli istituti a garantire il più alto numero di telefonate possibili. "Una prima vittoria per le nostre richieste. Ma ci aspettiamo ancora un impegno dalla politica per normare questo aspetto" spiegano da Antigone.

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