403 CONDIVISIONI

Ricostruzione post Terremoto Marche, chiuse indagini: per gli appalti delle casette 35 indagati

Il sostituto procuratore del capoluogo marchigiano Irene Bilotta ha emesso gli avvisi di conclusione indagine a carico di 35 soggetti, 20 persone e 15 aziende, ritenute responsabili di illeciti nell’ambito della ricostruzione post terremoto nelle Marche. Impiegate anche ditte non in possesso della prevista certificazione antimafia.
A cura di Antonio Palma
403 CONDIVISIONI
Immagine

Sono 35 i soggetti indagati dalla Procura di Ancona nell’ambito delle indagini sulla ricostruzione post terremoto nelle Marche. Nelle scorse ore, infatti, il sostituto procuratore del capoluogo marchigiano Irene Bilotta, titolare del fascicolo di indagine, ha emesso gli avvisi di conclusione indagine a carico di 35 soggetti, 20 persone e 15 aziende, ritenute responsabili di illeciti. L’inchiesta ha riguardato in particolare gli appalti e i subappalti per la costruzione delle Sae, le Soluzioni abitative di emergenza comunemente note come casette per i terremotati. Tra i destinatari degli avvisi emessi dal pm ci sono dirigenti e funzionari regionali e dell'Erap, l’ente Regionale per l’abitazione pubblica delle Marche, ma anche imprenditori e reti di imprese, compreso il Consorzio Arcale

Gli indagati devono rispondere a vario titolo dei reati di abuso d'ufficio, truffa e falso. Secondo l’accusa, molte procedure negli appalti per la ricostruzione dopo il terremoto del 2016 nel Centro Italia sarebbero state illegali e nei lavori sarebbero state impiegate anche ditte non in possesso della prevista certificazione antimafia. L’indagine, scattata già nel 2017 e affidata agli uomini del nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Ancona, ha scandagliato tutta la documentazione relativa alle procedure di appalto e acquisita attraverso una serie di perquisizioni e sequestri in uffici pubblici e privati. Sequestri e perquisizioni nel corso dei mesi avevano coinvolto anche le abitazioni di residenza di alcuni degli indagati.

Dagli accertamenti sulla consegna e installazione delle circa 1.900 Sae nelle Marche, fornite dal consorzio Arcale in base ad un accordo quadro nazionale con la Protezione civile, sarebbero emerse numerose illegalità relative a i controlli mancati sulle ditte appaltatrici. Per i pm, gli enti preposti non avrebbero affatto controllato i requisiti delle società incaricate di costruire le casette sia dal punto di vista dei titoli tecnici che di quelli legali come la certificazione antimafia. Addirittura ci sarebbero certificazioni rilasciate dagli uffici della Regione Marche che gli inquirenti ritengono false.

403 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views