Remuzzi (IRCCS): “Con tamponi a tutti i medici l’80% in quarantena e ci sarebbero più morti”
“Siamo in una situazione in cui scegliere è difficilissimo, ma chi si scandalizza perché non si fanno tamponi a tutti i medici, deve essere preparato al fatto che con tamponi di massa sugli operatori sanitari avremmo probabilmente l'80% dei medici positivi e se poi mettiamo in quarantena l'80% dei medici, non abbiamo più nessun medico che possa curare i malati”, è quanto ha sottolineato in una intervista a Fanpage.it il dottor Giuseppe Remuzzi, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” IRCCS. Gli operatori sanitari stanno pagando un prezzo altissimo nella lotta contro il covid-19 con oltre 6400 contagiati e oltre cinquanta decessi tra i camici bianchi, per questo molte associazioni di categoria chiedono tamponi a tappeto su tutti quelli che sono in prima linea ma per Remuzzi sarebbe controproducente.
Remuzzi: "Tamponi a tutti è semplicemente impossibile"
“Fare tamponi a tutti è semplicemente impossibile, tamponi a nessuno è sbagliato” così l’esperto riassume la situazione attuale dell’Italia nella lotta al Codvid-19, spiegando: “I tamponi vanno fatti alle persone che hanno contatti con ammalati, alle cassiere dei supermercati, alle persone che guidano i pullman, agli ospedali entro certi limiti”. Neanche a chi è ammalato ha bisogno di fare il tampone “perché la diagnosi si fa persino al telefono o guardandoli” ha sottolineato Remuzzi.
"Con medici in quarantena ci sarebbero più morti"
“Sappiamo che ci sono tantissime persone che non sono diagnosticate e che sono quelle che trasmettono l’infezione. Certamente bisognerebbe poterlo fare ai medici, ma tenete conto che se noi lo facciamo a tutti i medici avremmo probabilmente l'80% dei medici positivi e se poi mettiamo in quarantena l’80 % dei medici, non abbiamo più nessun medico che possa curare i malati e quindi morirebbero molti più malati di quanti ne muoiono adesso e morirebbero in condizioni drammatiche” ha ricordato l’esperto, aggiungendo: “Morirebbero tutte le persone che si ammalano di coronavirus mentre ora muore solo il 10%. È una scelta, se vogliamo farla facciamola”.