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Ragazzino pestato da baby gang viene salvato da una donna: “Non ce la faccio più, voglio morire”

È intervenuta senza pensarci due volte per salvare quel ragazzino vittima di una baby gang. La giovane donna che ha fatto fuggire un gruppo di ragazzini intenti a picchiare un coetaneo in strada ha denunciato con un lungo post su Facebook quanto accaduto venerdì pomeriggio a Villazzano in provincia di Trento: “Il ragazzino a terra piangeva, aveva la testa piena di sangue e i pantaloni tutti strappati”, le parole di Marianna che conclude il suo racconto con parole di conforto per la vittima.
A cura di Chiara Ammendola
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È stato l'intervento di una passante a salvare dal violento pestaggio un ragazzino vittima di una baby gang che lo ha malmenato in pieno giorno lasciandolo ferito e sanguinante sull'asfalto. "Non ce la faccio più, voglio morire", avrebbe detto alla giovane che trovatasi dinanzi a quella scena così violenta ha deciso di intervenire senza pensarci due volte, così come raccontato proprio da lei in un lungo post pubblicato su Facebook. Marianna Filippi, questo il suo nome, racconta che venerdì pomeriggio, intorno alle 16 era alla guida della sua auto mentre passava per Villazzano, comune in provincia di Trento, quando si è ritrovata dinanzi a un gruppetto di ragazzini presumibilmente dell'età di 16-17 anni che pestava un ragazzino, sbattendogli la testa sul pavimento. "Ho tirato il freno a mano, lasciando la macchina in mezzo alla strada – racconta Marianna – e mi sono messa in mezzo alla rissa per fermarli. Il ragazzino a terra piangeva, aveva la testa piena di sangue e i pantaloni tutti strappati".

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A quel punto ha intimato alla baby gang di scappare, e i ragazzini si sono dati alla fuga prima dell'arrivo di una professore della vicina scuola, l'istituto Enaip di Villazzano: "Ero in stato di panico totale perché è stato tutto velocissimo – scrive Marianna – c’era sangue dappertutto, gente che urlava, avevo paura che loro reagissero e attaccassero anche me, dovevo spostare la macchina che stava intralciando il traffico provocando una colonna infinita". A quel punto la giovane donna racconta di aver affidato il ragazzino ferito, ancora sanguinante, al professore denunciando però il fatto che nessuno dei presenti sia intervenuto a soccorrere la vittima di quel violento pestaggio: "I genitori o conoscenti del ragazzo in questione mi possono contattare se hanno bisogno di un testimone".

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Poi il ricordo di quelle parole strazianti che il ragazzino ha affidato proprio a lei, che lo ha salvato, tra le lacrime: "Il ragazzo mi ha guardata piangendo e mi hai detto ‘Tutti i giorni è la stessa storia, non ce la faccio più, voglio morire'" – le parole di Marianna – ti abbraccio forte, chiedi aiuto, non ti vergognare, non sei tu il problema, sono loro. I bulletti che si cagano sotto di fronte a una donna che alza la voce, loro che ti attaccano in tanti, tutti contro di te. Senza palle, schifosi e ignoranti. Loro che ti picchiano e ti chiamano “ciccione” fanno schifo, tu invece, sei un eroe. Perché tutti i giorni vai a scuola, con la paura, con l’ansia, con la vergogna. Non ti vergognare mai, tu sei un uomo, loro ripeto, fanno schifo".

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