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Emergenza lavoro

“Quando i miei figli dormono piango, non so se arriveremo a fine mese: perché l’Italia non ci vuole?”

“Ti voglio bene Italia, perché non ci vuoi bene anche tu?”: si chiude così la lettera che abbiamo ricevuto da una nostra lettrice e che pubblichiamo. Parla delle difficoltà, con tre figli, di trovare lavoro in Italia dopo il trasferimento dalla Germania: “Viviamo da 6 mesi col reddito di cittadinanza, 1000 euro al mese (con un contratto di affitto di 450)”.
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A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice di 30 anni che ci parla delle difficoltà nel trovare lavoro in Italia dopo un periodo in Germania. Con tre figli, scrive, i datori di lavoro si spaventano e non ti assumono nonostante le competenze.

"Perché l'Italia non ci vuole? Perché devo pensare costantemente a tornare in Germania per dare un futuro ai miei figli?", si chiede. Ad oggi, la giovane mamma vive col reddito di cittadinanza, 1000 euro al mese: "I miei ci aiutano con la spesa, mio marito con la partita iva guadagna qualcosa, ma tra tasse e commercialista non resta nulla".

La lettera a Fanpage.it

Ho 30 anni, ho iniziato a lavorare alle superiori per pagarmi l'affitto e da allora ho fatto un po' di tutto, dalla commessa alla event management, alla ragazza alla pari.

Parlo tedesco quasi come una nativa (mio marito è tedesco e cresciamo i figli bilingue). A Berlino ho seguito un corso di formazione per lavorare nel campo delle risorse umane, dove ho lavorato per una delle migliori aziende nel settore.

Tornati in Italia col primo figlio nel mezzo alla pandemia ho continuato a lavorare come assistente alla direzione di un piccolo parco tematico. Si sono "dimenticati" di denunciare l'inizio del contratto, cosa che ho scoperto chiedendo la maternità anticipata perché aspettavo i gemelli. Quindi niente maternità, niente congedo parentale, niente Naspi.

L'ex datore di lavoro tramite avvocati mi ha dato un paio di euro e via, basta. Da gennaio cerco lavoro in zona, da remoto, ma non trovo nulla, in fondo ho tre bimbi piccoli, questo spaventa i datori di lavoro.

Se penso che da mamma di tre piccolini ho coltivato soft skills importantissime, quali pazienza, empatia, risoluzione problemi, per non parlare del multitasking, noi madri siamo capaci di fare un sacco di cose contemporaneamente, bene e col sorriso sulle labbra.

Eppure neanche vengo richiamata. Ho esperienza, ho voglia di lavorare, con più di cento candidature ho fatto due colloqui: al primo mi hanno chiaramente detto di tornare quando i bambini sarebbero stati grandi, magari alle elementari, magari quando i miei vanno in pensione. Al secondo, disponibilità a 40 ore settimanali, sabato e domenica sono un "must", da giugno a settembre niente vacanze.

Viviamo da 6 mesi col reddito di cittadinanza, 1000 euro al mese (con un contratto di affitto di 450). I miei ci aiutano con la spesa, mio marito con la partita iva guadagna qualcosa, ma tra tasse e commercialista non resta nulla.

Perché l'Italia non ci vuole? Perché devo pensare costantemente a tornare in Germania per dare un futuro ai miei figli? Capisco che questo Paese sta morendo.

Le aziende cercano, ma non ti vengono incontro. Lavorare 30 ore al posto di 40 non mi sembra così complicato. Italia, son tornata per amore tuo, perché pensavo che i miei figli qui sarebbero stati meglio e invece ti stai trasformando in un incubo.

Lascio? Resto? Spero? Stringo i denti finché i miei piccoli non avranno 6-7-8 anni sperando non spaventino più possibili datori di lavoro? Intanto piango… la sera, quando dormono, piango perché non so se arriveremo a fine mese, mi chiedo se riusciremo a pagare l'affitto, a fare la spesa.

Piango perché nessuno mi richiama, piango perché l'Italia fa schifo e nessuno sembra capirne i motivi. Ti voglio bene Italia, perché non ci vuoi bene anche tu?

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