Processo sulla strage di Corinaldo, banda dello spray in aula con mascherine contro il coronavirus

L'emergenza coronavirus, che anche nelle Marche sta contagiando decine di persone, non ha fermato l'udienza per la banda dello spray, accusata della strage nella discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo, in cui morirono sei persone schiacciate dalla calca nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018.
I sei membri del gruppo, tutti della provincia di Modena, sono arrivati stamattina nel tribunale di Ancona scortati dalla polizia penitenziaria, tutti indossando mascherine, e hanno preso parte all'udienza, in cui si procede con il rito abbreviato. La Procura di Ancona aveva chiesto il giudizio immediato. L'udienza davanti al giudice per l'udienza preliminare Paola Moscaroli si è conclusa in un'ora con la presentazione delle costituzioni di parti civili, circa 70. Tra queste anche quella della società di gestione della discoteca, la Magic srl (i cui componenti risultano indagati in un'altro filone di inchiesta), la onlus "Insieme a Marianna", il Comune di Corinaldo, il Garante regionale dei Diritti. Nessun parente delle vittime (cinque adolescenti e una madre) era presente ad eccezione del fratello di Benedetta Vitali.
I sei imputati comparsi questa mattina in aula – tutti di età compresa tra i 19 e i 22 anni e tutti residenti nel Modenese – sono Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Moez Akari, Raffaele Mormone, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah. Le accuse contestate – 46 capi d'imputazione – sono omicidio preterintenzionale plurimo e associazione per delinquere, lesioni personali gravissime e gravi, singoli episodi di rapine e furti con strappo in particolare di catenine d'oro ai danni di ragazzi.
I sei ragazzi erano stati individuati dopo mesi di indagini e arrestati il 2 agosto 2019. La notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018, in attesa del concerto di Sfera Ebbasta, l'uso dello spray in mezzo a centinaia di persone aveva scatenato una fuga caotica: nella calca persero la vita cinque adolescenti e una donna che attendeva fuori dal locale, mentre altre 200 persone rimasero ferite. Quella sera il locale era al completo per un concerto del trapper, che a causa della strage non si è mai tenuto: esibizioni del genere, frequentate soprattutto da adolescenti, erano le occasioni perfette per la “banda dello spray” per mettere a segno i colpi.