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Preside accusata di bodyshaming dalle studentesse: “Non le capisco più, forse meglio la pensione”

“Non sono una bacchettona. La scuola ha anche il dovere di insegnare la buona educazione” ha dichiarato la preside dopo le contestazioni delle studentesse del liceo.
A cura di Antonio Palma
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Si difende con forza la preside del liceo Fogazzaro di Vicenza dopo le pesanti accuse di bodyshaming che le sono piovute addosso dalle studentesse dell’Istituto scolastico che dirige a seguito di un intervento in classe della stessa dirigente per contestare il vestiario delle ragazze. “Sono delusa da loro e dalla montagna di bugie che mi hanno riversato addosso, nella loro relazione hanno travisato ogni mia parola” ha spiegato la preside Maria Rosa Puleo riferendosi al resoconto scritto di quella giornata che le studentesse hanno redatto e poi diffuso e reso pubblico dalla Rete degli Studenti Medi Vicenza.

Parole durissime quelle usate dalle ragazze sulle quali la dirigente scolastica valuta ora di ricorrere anche alla giustizia dopo un consulto col suo avvocato. In una intervista al Corriere della Sera, la professoressa nega tutto, dalle presunte offese a chi mostra la ciccia alla nota alle studentesse che secondo lei una semplice annotazione, rivolta ai loro genitori. “Per farmi capire, posso aver utilizzato delle metafore un po’ crude ma di certo non ho mai pronunciato quelle parole” ha assicurato.

Quello che invece ribadisce la preside è la necessità di andare in classe vestiti in un certo modo. “Non sono una bacchettona. La scuola ha anche il dovere di insegnare la buona educazione. Quando usciranno da qui, si presenteranno a un colloquio di lavoro con l’ombelico di fuori? Era di questo che volevo discutere con loro: dell’opportunità di adeguare l’abbigliamento al contesto in cui si trovano, di distinguere tra libertà e decenza” ha sottolineato la prof, concludendo: “Credo di dover andare in pensione: mi sento vecchia, lontana da questo tipo di mentalità. Mi sforzo di capire l’atteggiamento dei ragazzi ma non ci riesco”.

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