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Covid 19

Pregliasco: “Con la fase 2 attenzione ai luoghi di lavoro: potrebbero diventare piccoli focolai”

Per il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università degli Studi di Milano, “continua a rallentare la crescita dei nuovi contagi, ma siamo ancora lontani dal punto in cui si può mollare la presa”. Per il passaggio alla fase 2 è ancora presto ma bisognerà fare attenzione alla nascita di nuovi focolai che andranno subito spenti: “Occhio ai contatti intra-familiari, quelli lavorativi, quelli nell’Rsa: bisognerà tenere alta la guardia”.
A cura di Ida Artiaco
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L'Italia è ancora in piena emergenza Coronavirus. Gli esperti parlano di fase 1, quella in cui la pandemia deve essere contenuta attraverso le misure di distanziamento sociale messe in atto da un più di mese dal governo italiano. Tuttavia, tendendo la curva dei contagi ad appiattirsi, già si pianifica la fase 2, quella in cui si potrà più o meno tornare alla normalità nonostante si dovrà convivere con il nuovo virus. Che, ormai, è una certezza, non scomparirà del tutto nei prossimi mesi o comunque prima dell'arrivo del vaccino. Lo ha spiegato, tra gli altri, anche il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università degli Studi di Milano. In una intervista al Messaggero, Pregliasco ha sottolineato che "anche quando scatterà la fase 2, cioè quando verranno gradualmente riaperte le attività, ci saranno certamente nuovi casi. Sarà in quel momento che dovremo dimostrare di essere bravi e di aver imparato dagli errori. Non appena verranno fuori dei focolai sarà fondamentale spegnerli subito, rintracciando ogni singolo caso positivo e i suoi contatti".

Ma a quali focolai si riferisce Pregliasco? "I contatti intra-familiari, quelli lavorativi, quelli nell'Rsa, per citarne qualcuna, sono tutte possibili fonti di contagio. Quindi, bisognerà tenere sempre alta la guardia", ha precisato il virologo, aggiungendo che la cauta riapertura di alcune attività in programma oggi, martedì 14 aprile, di librerie, cartolerie e negozi per l'infanzia "sarà un buon banco di prova per vedere quello che succederà. Immaginiamo le nostre attività come tanti rubinetti, da domani potremo vedere che effetto farà riaprirne qualcuno. Del resto, primo o poi dovremo far ripartire il paese. I costi sociali ed economici sono già molto alti". Ma il passaggio alla fase successiva è ancora prematuro perché "continua a rallentare la crescita dei nuovi contagi, ma siamo ancora lontani dal punto in cui si può mollare la presa. Quello che farà scattare le scelte politiche relative alla fase 2 sarà il numero di ricoveri in terapia intensiva – ha concluso Pregliasco -. Più posti letto inizieranno a essere disponibili, maggiori garanzie di cure avranno i cittadini e, di conseguenza, si potrà pensare di allentare le misure restrittive. D'altronde queste ultime non hanno come obiettivo quello di eliminare definitivamente il virus. L'unica cosa che possono fare è quello di mitigarne la diffusione e spalmare le infezioni nel tempo, in modo da dare agli ospedali la possibilità di garantire a tutti i malati le migliori cure".

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