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Antitrust multa Poste italiane per mancata consegna raccomandate, l’Azienda: “Sconcertante accusa”

Per l’Autorità il tentativo di recapito delle raccomandate da parte di Poste italiane non viene sempre effettuato e spesso è effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge. Condotte che causano “inammissibili oneri a carico dei consumatori e gravi danni al sistema giustizia del Paese”. “Accuse sconcertanti, faremo ricorso al Tar” ribattono dall’azienda.
A cura di Antonio Palma
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Poste italiane è stata sanzionata dall’Antitrust con una pesante multa da 5 milioni di euro per Pubblicità ingannevole sulla consegna delle raccomandate. Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Poste italiane col suo comportamento ha provocato danni non solo ai consumatori, ma anche al sistema giustizia del Paese con la mancata consegna di avvisi importanti. In particolare secondo L'Antitrust, Poste ha adottato “una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate”.

Nel dettaglio, l’autorità imputa a Poste una tempistica delle consegne delle raccomandate completamente diversa da quella enfatizzata nei messaggi pubblicitari. Non solo, l'Autorità ha accertato che il tentativo di recapito non viene sempre effettuato e spesso è effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge. In particolare Poste Italiane sarebbe solita utilizzare la modalità dell'avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario. L’indagine dell’Antitrust era partita infatti proprio a seguito di numerosi reclami di consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando erano in casa come ad esempio durante il lockdown per l'emergenza coronavirus.

“La conseguenza di detti comportamenti, in relazione ai quali Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive, provoca un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate” scrive l’Antistrust. Per l’autorità ci sono omissioni informative anche nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente.

“Le condotte descritte provocano, inoltre, gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell'espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati, come più volte affermato nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia citate nel provvedimento” hanno spiegato dall’Autorità, ricordando che la sanzione per Poste italiane è la massima prevista dalla legge ma non risulta deterrente in rapporto al fatturato che  nel solo anno 2019 è pari a 3,492 miliardi di euro.

Multa Antitrust, Poste Italiane fa ricorso al Tar

Poste Italiane rigetta ogni accusa avanzata dall'Antitrust e annuncia il ricorso al Tar del Lazio contro la sanzione. Poste Italiane "respinge gli addebiti contenuti nel documento dell'AGCM e ribadisce, con fermezza, che le proprie condotte commerciali sono improntate a principi di correttezza e trasparenza per la piena tutela dei clienti, dei consumatori e del sistema Paese" spiegano dalla società , aggiungendo: "È priva di qualsiasi fondamento l'ipotesi secondo la quale l'azienda avrebbe posto in essere azioni che ingannino i clienti in merito alle caratteristiche del prodotto raccomandata". In particolare Poste rigetta l'accusa di aver provocato un danno al sistema giustizia del Paese. "Lascia anzitutto esterrefatti il riferimento contenuto nel provvedimento ai servizi di notificazione a mezzo Posta e all'asserito grave danno che Poste avrebbe arrecato al sistema giustizia del Paese. Si tratta di un servizio e di condotte che mai sono state oggetto della procedura istruttoria e che solo oggi emergono dalla comunicazione dell'Antitrust. Peraltro, come dovrebbe essere noto, trattasi di un servizio del tutto differente dalle raccomandate, rigorosamente disciplinato dal legislatore e in merito al quale, da decenni, Poste Italiane garantisce il corretto funzionamento del Sistema Giustizia su tutto il territorio nazionale".

"Quanto alle raccomandate, nel 2019, sono state consegnati oltre 120 milioni di pezzi, ricevendo, nel medesimo periodo, meno di 1000 reclami relativi agli avvisi di giacenza, pari allo 0,00008% del totale delle raccomandate regolarmente gestite. Come ampiamente evidenziato nel corso del procedimento, si tratta di una dimensione del fenomeno del tutto fisiologica rispetto ai volumi complessivi del servizio erogato; peraltro, Poste rivendica che l'assenza di condotte anomale, nel servizio di recapito delle raccomandate, è stata ripetutamente e formalmente confermata, da ultimo anche nel corso del procedimento, dall'Autorità di regolamentazione preposta al controllo delle attività postali (AGCom)" sottolinea l'azienda in un comunicato, concludendo: "Poste Italiane respinge totalmente l'accusa di non aver attivato misure di monitoraggio, controllo e correzione di eventuali anomalie. Già dall'aprile del 2019 sono state introdotte ulteriori azioni massive di controllo mai utilizzate prima ed ulteriormente rafforzate nel corso del procedimento così come rappresentato all'Autorità".

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