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Pompiere eroe: “Trascinato dal fiume in piena per 16 km per salvare un ragazzo suicida”

Danilo Marino, vigile del fuoco di 39 anni, originario di Formia ma in servizio a Verona, è ora fuori pericolo dopo 4 ore in balia delle acque dell’Adige in piena e una temperatura corporea scesa fino a 34 gradi. “Ero riuscito ad agganciarlo ma continuava a divincolarsi. Non riesco a smettere di pensarlo, è ancora disperso”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Quando sono arrivato c’erano due poliziotti che lo stavano trattenendo ma non ce la facevano più. Aveva metà corpo in acqua e il resto fuori. Io mi sono immerso con la muta e l’ho agganciato a me ma lui continuava a muoversi per divincolarsi”. Inizia così il racconto a Repubblica di Danilo Marino, vigile del fuoco di 39 anni, originario di Formia ma in servizio a Verona, che per 4 ore è rimasto in balia delle acque dell’Adige in piena e una temperatura corporea scesa fino a 34 gradi. Trascinato per 16 chilometri dalle correnti del fiume, superando due dighe, alla fine è stato salvato dai suoi colleghi. I fatti sono avvenuti la notte del 30 agosto, quando i pompieri, già all’opera tra alberi abbattuti e scantinati allagati, nel bel mezzo dell’ondata di maltempo, sono stati chiamati per un tentativo di suicidio. Un ventiseienne moldavo si era lanciato nel fiume.

Danilo Marino, com’è iniziato l’intervento?
“Quando sono arrivato c’erano due poliziotti che lo stavano trattenendo ma non ce la facevano più. Aveva metà corpo in acqua e il resto fuori. Io mi sono immerso con la muta e l’ho agganciato a me ma lui continuava a muoversi per divincolarsi”.

Poi cos’è successo?
“Continuava a darmi manate, a un certo punto siamo stati colpiti dal ramo di un albero. Si è tolto lo sgancio rapido del giubbotto e così la corrente ha iniziato a portarci via. Io lo tenevo a galla ma lui continuava a muoversi e mi buttava sotto. Sono riuscito a rimanere con lui circa dieci minuti, poi ho dovuto mollare. Ma lo tenevo comunque d’occhio perché non era troppo distante da me. Nonostante il buio lo vedevo. Purtroppo, di lì a poco, l’ho perso definitivamente”.

Danilo ha provato con difficoltà ad avvicinarsi alla riva, consapevole che, visto il buio, i colleghi facevano fatica a raggiungerlo. "In prossimità del secondo sbarramento ho pensato che, forse, era arrivato il mio momento. Ero stremato, non ce la facevo più” ammette. Fortunatamente a un certo punto la corrente si è un po’ attenuata. "Ho visto un isolotto in mezzo al fiume, sono riuscito ad aggrapparmi a un albero e lì sono rimasto finché non mi sono venuti a salvare. Mancavano pochi minuti alle 2 di notte” ricorda.

Il Comune di Verona l’ha premiato per il suo gesto eroico. “Sono contento perché comunque ne beneficia il Corpo a cui appartengo ma non riesco a smettere di pensare a quella persona, che risulta ancora dispersa” conclude.

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