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Mattia Caruso ucciso dalla fidanzata Valentina

Perché Valentina Boscaro ha ucciso il suo fidanzato Mattia Caruso pugnalandolo al cuore

È Valentina Boscaro la dark lady che ha ucciso il fidanzato Mattia con un fendente al cuore. Motivata nell’omicidio da un suo percepito senso di rifiuto e abbandono. Al termine di un’escalation di incontenibile frustrazione.
A cura di Anna Vagli
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Valentina Boscaro e Mattia Caruso
Valentina Boscaro e Mattia Caruso
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Fin dai tempi di cui si ha memoria, la figura della donna è sempre stata associata a quella della madre accudente, della fidanzata e moglie devota.

Per poi addirittura apparire con l’emancipazione femminile un porto sicuro all’interno della società.

Ma quegli stessi ruoli, decantati nella letteratura antica e moderna, si pensi alla donna angelicata del dolce stilnovo o alla considerazione più recente “l’altra metà del cielo”, se letti con un’accezione negativa si rivelano il rovescio della stessa medaglia. Nell'ultimo ventennio non ci siamo fatti mancare niente.

La madre accudente è diventata figlicida e la moglie e la fidanzata devota si sono trasformate rispettivamente in vedova nera e in dark lady.

Valentina Boscaro, trent’anni e madre di una bambina di tre, ha ucciso il fidanzato coetaneo Mattia Caruso con una vera e propria esecuzione.

Lo ha colpito mentre si trovavano in auto con un fendente al cuore al termine di una serata con gli amici. Dopo aver cercato di allontanare da sé ogni sospetto e di depistare le indagini, ha confessato.

È lei l’assassina di Mattia. Lo ha ucciso colpendolo dove fa più male: al cuore.

 La dinamica omicidiaria e le bugie di Valentina

Valentina, dopo essere stata messa alle strette, ha dichiarato agli inquirenti di aver ucciso Mattia nell’ennesimo tentativo di difendersi dalle violenze di cui era vittima. Ma la ricostruzione da lei fornita non trova alcun riscontro rispetto alla dinamica omicidiaria.

Anzitutto, perché Mattia era alla guida e se veramente avesse iniziato a colpirla avrebbe messo a rischio anche la propria incolumità. Inoltre, trovandosi al volante, il giovane non avrebbe potuto appresentare un pericolo per la vita di Valentina.

Quest’ultima ha dichiarato che il fidanzato avrebbe iniziato ad aggredirla. Ma, in verità, non è tecnicamente possibile ferire al cuore una persona dalla quale ci si sta difendendo.

Da questo punto di vista, appare più verosimile l’ipotesi che la ragazza sia entrata in auto già con l’intenzionalità malevola di scagliarsi contro il fidanzato.

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Magari come conseguenza ad un’occhiata di troppo scambiata alla festa alla quale poco prima avevano partecipato. Essendo nota la gelosia ossessiva nutrita da Valentina nei confronti di Mattia.

Quest’ultima era perfettamente a conoscenza del fatto che il fidanzato teneva nel veicolo un coltello a serramanico e ha deciso di colpirlo.

A gravare sulla sua posizione è sicuramente il precedente raccontato dall’amico. Secondo il quale Mattia era già stato colpito in passato con un fendente ai genitali. Una circostanza che, se confermata,

avvallerebbe l’ipotesi dell’eccessiva gelosia tramutata in odio. Le intenzionalità malvagie di Valentina, che forse connotano anche la mancanza di pentimento, sono confermate dall’atteggiamento tenuto sia durante le indagini sia durante l’interrogatorio.

Una pugnalata al cuore e la personalità di Valentina

Valentina ha tentato sin dal primo momento di allontanare da sé ogni sospetto.

Lo ha fatto paventando l’aggressione di una persona di nazionalità magrebina ed è crollata soltanto dopo essere stata messa alle strette.

Da quel che emerge, quindi, la donna era completamente ossessionata dal bisogno di controllare il fidanzato.

Evidentemente non si fidava di lui ed è stata motivata nell’omicidio da un suo percepito senso di rifiuto e abbandono. Al termine di un’escalation di incontenibile frustrazione.

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Valentina Boscaro ha ucciso il suo fidanzato Mattia Caruso pugnalandolo al cuore. In quella domenica sera di festa, sono venuti meno i freni inibitori della giovane trentenne.

Che ha trasformato il minimo contrasto in odio. E poi l’odio in delitto. Un fendente mortale al cuore. Nonostante quanto dichiarato dalla donna non è stata certamente figlia del caso la modalità prescelta per uccidere.

Valentina ha colpito Mattia al cuore, dove faceva più male. Il cuore è simbolo di passione e sangue. Sede di affetti, sentimenti ed emozioni. Per questa ragione la pugnalata al cuore è la modalità prediletta dalla quasi totalità delle donne assassine.

Mattia è stato vittima di una vera e propria esecuzione. Per questo non è verosimile quanto affermato da Valentina in ordine al suo tentativo di difendersi.

 

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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