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Covid 19

Perché sono esplosi i contagi da Coronavirus in Italia

Il report settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità evidenzia una situazione allarmante in Italia, con un costante aumento dei casi di Covid-19 e criticità che ormai riguardano anche la tenuta dei servizi sanitari. L’epidemia è in una “fase acuta” e presto potrebbero riscontrarsi importanti “criticità”, motivo per cui si chiede di pensare anche a misure maggiormente restrittive. L’indice Rt nazionale si attesta a 1,17.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministero della Salute e l'Istituto superiore di Sanità lanciano l’allarme attraverso il report sul monitoraggio settimana della situazione epidemiologica in Italia legata al Coronavirus. Nella settimana che va dal 5 all’11 ottobre si segnala un forte aumento dei contagi che si riflette sui servizi sanitari che evidenziano “criticità” e si chiede di prevedere misure maggiormente restrittive nelle aree in cui si registrano più casi. L’indice Rt nazionale sale a 1,17, in aumento rispetto alla settimana precedente. Nel report si parla di una “accelerazione nell’evoluzione dell’epidemia ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero dei casi, evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, di alcune Regioni, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese”. Per questo si chiede un’analisi del rischio sub-regionale per “il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento nelle aree maggiormente affette”. I casi di contagio analizzati sono “probabilmente” risalenti alla fine di settembre.

Perché sono aumentati i contagi da Covid-19

Il virus oggi circola in tutto il Paese”, sottolinea il documento. Ribadendo che il “forte incremento porta l’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni a 75 per 100mila abitanti”, mentre la settimana precedente era 44,37.Cresce, fino quasi a raddoppiare, il numero di casi sintomatici: da 8mila a 15.189. L’incremento dei casi si registra in tutte le Regioni tranne una, mentre si sottolinea come siano meno i contagi rilevati attraverso il tracciamento dei contatti e lo screening, mentre aumentano i casi accertati perché sintomatici. I focolai attivi sono 4.913, di cui 1.749 nuovi (la scorsa settimana erano 3.805 quelli attivi) e riguardano 102 province su 107. I contagi avvengono soprattutto in ambito domiciliare (80,3%), mentre solo il 4,2% attraverso attività ricreative e il 3,8% in ambito scolastico, dato in crescita. Aumentano anche i casi che non hanno un link specifico: sono oltre 9mila. Inoltre si registra un aumento “importante” del numero di persone ricoverate: 4.519 contro 3.287, in terapia intensiva sono 420 contro 303.

L’allarme lanciato dall’Iss

Nel report si parla di “accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia” e di “aggravio di lavoro sui servizi sanitari territoriali”, tanto che “per la prima volta si segnalano elementi di criticità elevata relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese”. Si chiede, quindi, alla popolazione di “evitare eventi e iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati”. L’Iss arriva a parlare di un “peggioramento ormai chiaro e più rapido della situazione”: “La situazione descritta in questo report evidenzia importanti segnali di allerta legati a un aumento della trasmissione”. Infine, nel documento si sottolinea come ci si trovi di fronte a “una nuova fase con un aggravio del lavoro dei servizi territoriali che potrebbe riflettersi in breve tempo in un sovraccarico dei servizi assistenziali”.

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