Parma, interdetto posturologo: toccò ragazza nelle parti intime, scoperto grazie all’esame del CNA

La Squadra Mobile di Parma ha eseguito ieri – su disposizione del giudice per le indagini preliminari –  la misura interdittiva di sospensione dalla professione nei confronti di un posturologo parmigiano, accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua paziente ventenne. La giovane, che tempo prima era rimasta coinvolta insieme alla madre in un incidente stradale e aveva riportato un colpo di frusta cervicale, agli inizi di quest'anno si era rivolta a C.R., questo il nome del dottore, chiedendo al professionista una diagnosi e la relativa terapia. Le indagini, condotte dalla Procura di Parma (pubblico ministero Fabrizio Pensa) sono iniziate dopo la denuncia presentata sei mesi fa dalla giovane che ha riferito come il medico, dopo una prima visita nello studio di Reggio Emilia svoltasi senza alcuna anomalia, le avesse fissato il secondo incontro nell'ambulatorio di Parma, nei pressi della stazione ferroviaria.

Qui, invece, le anomalie sarebbero state invece evidenti: durante la visita il dottore avrebbe infatti palpeggiato la donna nelle parti intime, arrivando a compiere veri e propri atti sessuali. La ventenne, dopo una prima fase di silenzio, ha raccontato alla madre e al proprio fidanzato cosa era successo decidendo di sporgere denuncia. Nel corso delle indagini, la madre della ragazza ha consegnato agli investigatori la registrazione di una telefonata tra lei e il posturologo, avvenuta successivamente a una delle visite incriminate, dalla quale emerge, scrive la Procura, un "totale imbarazzo da parte dell'uomo di fronte alle affermazioni della donna, la quale gli riferisce, sbigottita, quanto appena appreso dalla figlia".

Gli inquirenti hanno poi effettuato esami del Dna sui vestiti della ragazza che hanno fatto emergere ulteriori prove a carico del posturologo. Da qui la decisione della Procura parmigana di far scattare la sospensione dalla professione in attesa della prosecuzione del procedimento giudiziario. L'Ordine dei medici di Parma, in una nota, ha fatto sapere che il professionista coinvolto non risulta iscritto all’albo.