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Paolo e Stefania morti in casa a Forlì, i figli: “Mamma era strana ma nessun sospetto sul suicidio”

I due figli della coppia suicida a Spinello di Santa Sofia hanno confermato di non aver avuto nessun sospetto nei giorni precedenti alla tragedia.
A cura di Antonio Palma
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Non un gesto d'impeto fatto in un momento di sconforto ma una idea forse premeditata e pensata nel tempo quella dei coniugi Paolo Neri e Stefania Platania, morti suicidi nella loro seconda casa di Spinello di Santa Sofia, in provincia di Forlì. È questa una delle ipotesi che si fa largo tra gli inquirenti che stanno cercando di districarsi in un caso dai contorni ancora molto oscuri.

Gli accertamenti investigativi fin qui condotti dai carabinieri della Compagnia di Meldola, coordinati dalla procura di Forlì, hanno stabilito con certezza che i due pensionati ed ex dipendenti del Senato di 67 anni 65 anni si sono tolti la vita insieme circa 24 ore prima del loro ritrovamento, sabato sera, in una pozza di sangue nella camera da letto della loro villetta della piccola frazione dell’Appennino forlivese.

I due coniugi si sono sparati in contemporanea con due diverse pistole, due revolver regolarmente detenuti e ritrovati accanto i cadaveri. Poco lontano, sul comodino, l’uomo aveva conservato un bigliettino per i figli per un ultimo addio che però non spiegherebbe i motivi esatti del gesto.

“Vogliamo trovare un nuovo luogo dove vivere in pace" e un "mondo che ci offra nuove possibilità" è scritto nel bigliettino con la calligrafia di Paolo Neri riconosciuta dal figlio. Proprio dai figli era partito l’allarme che poi ha condotto pompieri e carabinieri nella villetta e all’orribile ritrovamento. I due, ascoltati dai carabinieri, hanno confermato di non aver avuto nessun sospetto nei giorni precedenti alla tragedia, anche perché avevano in programma di rivedersi a breve coi genitori, pur ammettendo che la madre aveva mostrato segni di insofferenza nell'ultimo periodo.

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La coppia era tornata da poco a Spinello, proprio dopo una vista ai figli, ma per gli inquirenti a quel punto i coniugi avevano già deciso il tragico gesto. “Nostra madre non era serena, aveva sofferto la lontananza da noi che viviamo a Verona, negli ultimi giorni era quasi assente, strana. Ma avevamo un appuntamento per vederci, dovevamo andare al cinema insieme” ha raccontato il figlio della coppia, secondo quanto riporta il Messaggero.

Una delle piste è il legame con la setta dei Ramtha da cui però pare fossero usciti da diversi anni. Lo stesso gruppo rigetta ogni coinvolgimento e spiega che “La scelta fatta dalla coppia è tragica e non rispecchia assolutamente la filosofia della scuola". Anche i vicini assicurano che erano ormai lontano dal gruppo che popola il piccolo paesino e i figli confermano: “Quelle idee non le condividevamo e i nostri genitori si erano allontanati autonomamente dal movimento fra il 2013 e il 2014”.

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