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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro, chiesta conferma dell’ergastolo per Oseghale: “C’è stata violenza sessuale”

“Pamela era in mano a Oseghale”, ha sostenuto il sostituto procuratore generale di Perugia al processo di appello bis per l’omicidio di Pamela Mastropietro. I giudici devono decidere sull’aggravante della violenza sessuale a carico dell’imputato condannato definitivamente per omicidio.
A cura di Susanna Picone
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Conferma della condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale, già condannato per aver ucciso e fatto a pezzi la diciottenne romana Pamela Mastropietro. È questa la richiesta della Procura generale di Perugia, coordinata da Sergio Sottani, nell'ambito del processo d'appello bis in corso davanti alla Corte di assise d'appello del capoluogo umbro.

Il processo bis riguarda la sola violenza sessuale. "Chiedo alla Corte la condanna alla pena dell’ergastolo", ha detto oggi il sostituto procuratore generale Paolo Barlucchi. Secondo il sostituto procuratore generale "l'omicidio è avvenuto in occasione della violenza sessuale".

I resti di Pamela Mastropietro, che si era allontanata dalla comunità di Corridonia in cui viveva, furono ritrovati in due trolley a Pollenza (Macerata) nel gennaio di cinque anni fa.

"Partiamo dal fatto che Oseghale ha ucciso Pamela, se fosse qui mi rivolgerei a lui dicendogli: ‘l'hai uccisa'. Questo ci permette di eliminare qualsiasi enfasi e di concentrarci sul problema tecnico: c'è o no prova che ci sia stata violenza sessuale", le parole del sostituto procuratore generale che ha sottolineato che "il punto fondamentale è che è stato accertato che c'è stato almeno uno rapporto sessuale non protetto con Oseghale”.

"Pamela non era una prostituta" ha detto ancora Barlucchi. "C'è una verità nella sua vita – così ancora in udienza – che è la sofferenza psichica, la sofferenza nei rapporti familiari, la sofferenza che ti dà la dipendenza da eroina. Nessun giudizio morale su Pamela ma comprensione, affetto e una fredda e lucida valutazione su quello che dicono le carte e i fatti. Pamela ha usato il suo corpo perché non sapeva che altro fare, era sola, aveva fame, era scappata la mattina, era all'estremo non sapeva dove andare, era in astinenza da eroina".

E ancora, ha evidenziato che la giovane vittima "era nelle mani di Oseghale", che lui con la cessione dell'eroina la teneva a guinzaglio. "Non ho dubbi che c'è stata una violenza sessuale e che c'è stata una opposizione di Pamela che non immaginava di incontrare un brutale assassinio", ha continuato.

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Oggi in aula non c'era l'imputato, presenti invece i genitori della vittima. I testimoni citati per il processo sono stati sentiti a porte chiuse. Sono due uomini con i quali Pamela aveva avuto rapporti dopo avere lasciato la comunità dove si trovava e prima di essere uccisa.

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