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Palermo, minore costretta a prostituirsi: la madre e la sorella organizzavano incontri con i clienti

Una ragazzina di Partinico (Palermo) era costretta a prostituirsi dalla mamma e dalla sorella più grande: le due organizzavano gli incontri con i clienti con l’aiuto di un familiare. Sei arresti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono sei le persone arrestate nelle prime ore della mattina in provincia di Palermo e Agrigento dai carabinieri della compagnia di Partinico. Tutte loro dovranno rispondere dell'accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione oltre che di violenza sessuale su minore.

L'indagine che ha portato al fermo è iniziata nel 2021 ed è stata portata avanti fino a febbraio di quest'anno. Secondo quanto accertato, una minorenne sarebbe stata costretta a prostituirsi dalla madre e dalla sorella.

A testimoniare l'accaduto, una serie di intercettazione telefoniche. La ragazzina era costretta a consumare rapporti sessuali a pagamento con uomini molto più grandi di lei. A indicarle i "clienti" sarebbero state proprio la madre e la sorella più grande che avevano organizzato un vero e proprio giro di prostituzione con l'aiuto di un loro familiare. 

Due delle persone sottoposte a fermo dovranno restare in carcere, mentre per altri due coinvolti  sono stati disposti gli arresti domiciliari. Per altri due, invece, è stato emesso l'obbligo di dimora nel comune di residenza. La ragazzina, invece, sarebbe stata affidata a una struttura protetta in attesa di sviluppi e accertamenti ulteriori sulle dinamiche dei fatti.

Non è chiaro da quanto tempo la minore fosse costretta a prostituirsi: secondo gli agenti, la madre e la sorella organizzavano per lei l'agenda e si avvalevano dell'aiuto dei "clienti" per fissare appuntamenti con altre persone.

Le due avrebbero trattenuto i proventi del traffico per dividerlo probabilmente con il familiare che aveva fornito loro l'appoggio. Questa eventualità però sarà accertata con ulteriori attività investigative: tutte le persone fermate, infatti, restano attualmente solo indagate.

I sei potranno difendersi in tribunale alla presenza di un avvocato di fiducia da loro nominato.

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