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Padova, uccide la figlia il giorno del compleanno: nel diario del padre 60 pagine d’odio contro di lei

Nel suo diario almeno 60 pagine di odio contro la figlia Dorjana: Stellio Cerqueni non le parlava dal 1985 eppure non aveva mai dimenticato il torto che riteneva di aver subito. In un diario iniziato negli anni 2000 raccontava il suo rancore e il suo desiderio di vendetta. Era convinto che la figlia e suo marito lo avessero raggirato economicamente.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nel suo diario almeno 60 pagine scritte a mano. Qui raccontava l'odio provato nei confronti della figlia Dorjana e suo marito Galdino. Un racore covato per 30 anni e sfociato nell'omicidio avvenuto venerdì scorso all'ora di pranzo alle porte di Padova. Sameola di Rubano, il paesino dove viveva la figlia di Stellio Cerqueni, è sconvolto da quanto accaduto: l'omicidio-suicidio è stato per la piccola comunità un fulmine a ciel sereno. Ancora più sconvolgenti i dettagli raccolti in quel diario disordinatamente redatto in parte al computer e in parte a mano. Stellio aveva deciso di uccidere la figlia, il marito e anche il resto della famiglia. Lui e il compagno della sua vittima gestivano insieme un supermercato a Monfacolne (Gorizia). Stellio non aveva mai accettato che Galdino avesse lasciato tutto per sposare la figlia e farsi una nuova vita nel Padovano dopo il fallimento dell'attività commerciale che era stata poi chiusa.

Così Stellio aveva raccolto in un diario l'odio che provava nei confronti di sua figlia. Nel giorno del suo compleanno aveva nascosto l'arma in un borsello e ha viaggiato in taxi da Monfalcone a Rubano. Poi ha bussato al campanello della figlia all'ora di pranzo. I due non si parlavano dal 1985. Dorjana ha aperto la porta sull'onda dell'emozione e della sorpresa, ma presto ha intuito il pericolo. Scesa in strada per parlare con il genitore, ha inconsciamente salvato la vita del marito e dei due figli che erano in casa. Stellio Cerqueni l'ha uccisa con due colpi di arma da fuoco, uno al cuore e l'altro alla nuca. Subito dopo, ha puntato l'arma contro di sé e ha sparato. Unica testimone, una giovane mamma al volante della sua auto. Durante le prime fasi delle indagini, gli agenti hanno ritrovato il diario iniziato negli anni 2000. Ogni giorno, ogni mese e ogni anno, l'80enne raccontava in quelle pagine il suo rancore e i sogni di vendetta. Era convinto di essere stato tradito, ingannato e raggirato economicamente. "A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici e non lo fai – scriveva – perché cattivi si nasce. Non bisogna approfittare di un uomo buono, perché se diventa cattivo nessuno può essere più feroce di lui".

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