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Padova, condannato ai domiciliari vuole il carcere per evitare le liti con la moglie

Mohhsen M’Hamdi si è presentato in caserma con un borsone pieno di vestiti per scontare ulteriori 5 mesi di reclusione in carcere, non nella sua residenza, in cui troppo spesso litiga con la consorte.
A cura di Redazione
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A volte la casa non è tanto dolce come si dice, e si preferisce il carcere. Questa almeno è stata la decisione di Mohhsen M’Hamdi, tunisino di 46 anni residente in via Tosetto a Limena, in provincia di Padova, nella cui casa è costretto a restare da una condanna agli arresti domiciliari. Intorno alle 18 di giovedì 28 settembre l'uomo si è presentato nella caserma dei Carabinieri, borsa piena di vestiti in una mano, chiedendo di scontare la sua pena in carcere. I militari non hanno potuto che arrestare l'uomo, reo questa volta di aver evaso i domiciliari, e fargli trascorrere una notte nella cella di sicurezza. Tuttavia – non rientrando tra le loro competenze – i carabinieri non hanno potuto accogliere la richiesta del quarantaseienne.

Le continue liti con la moglie hanno determinato la decisione del tunisino. Ieri si è tenuto il processo per direttissima nel Palazzo di giustizia di Padova, in cui l'uomo, assistito dall'avvocato Luca Motta, ha patteggiato una pena di ulteriori cinque mesi di reclusione. Ma a casa, almeno per il momento perché sulla sua richiesta si deve esprimere il magistrato di sorveglianza, che probabilmente soddisferà i desideri del condannato.

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