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Ordini su Whatsapp e droga a domicilio con sovrapprezzo in base ai km, 23 arresti a Torino

Il gruppo riceveva ordini su Whatsapp e Facebook con frasi in codice e consegnava la droga a domicilio pretendendo anche sovrapprezzi in base alla distanza da percorrere. A gestire tutto era un nucleo famigliare composto da marito, moglie e figlio, che agiva con la complicità di altre 20 persone, tutte destinatarie di provvedimenti restrittivi di custodia cautelare in carcere.
A cura di Antonio Palma
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Ricevevano ordini tramite messaggistica istantanea come Whatsapp e Facebook e organizzavano per i loro clienti un servizio aggiuntivo come la consegna a domicilio, peccato che la merce in vendita fosse droga, spacciata a migliaia di persone nell'Hinterland torinese. Protagonista del traffico di stupefacenti una famiglia del capoluogo piemontese, composta da marito, moglie e figlio, che agiva con la complicità di altre 20 persone, tutte destinatarie di provvedimenti restrittivi di custodia cautelare in carcere emessi dall'autorità giudiziaria ed eseguiti nella mattinata di giovedì dai carabinieri. Secondo quanto ricostruito  dagli inquirenti del Comando provinciale dei Carabinieri di Torino, il gruppo, capitanato proprio dal nucleo famigliare, aveva messo in pieno un esteso traffico di stupefacenti offrendo un vasto campionario di droga fra hashish, cocaina e marijauna grazie alle richieste a distanza e alla consegna a domicilio, un meccanismo messo a punto nel minimo dettaglio con tariffe su base chilometrica.

Dopo l'ordinazione online, che avveniva con un linguaggio in codice, per il servizio extra infatti gli spacciatori si facevano pagare un sovrapprezzo per le spese di carburante in base alla distanza chilometrica da percorrere. Secondo l'accusa,  il gruppo criminale operava sia nell'hinterland del capoluogo piemontese si  nelle province di Biella, Cuneo e Verbania. Ne corso dell'indagine, solo a Moncalieri, i carabinieri della locale Compagnia i hanno documentato oltre 400 cessioni di dosi e segnalato alle Prefetture competenti 150 assuntori.

Le indagini, coordinate dal gruppo Criminalità organizzata comune e sicurezza urbana della Procura della Repubblica di Torino, erano iniziate nel 2018 quando un minorenne era stato denunciato dai carabinieri per aver spacciato hashish ad alcuni coetanei in un fast food di Beinasco. Da quel singolo episodio i carabinieri son riusciti a individuare una rete di piccoli spacciatori che agiva in zona e infine a risalire all'intero gruppo e al suo meccanismo di spaccio. Nel corso dell'operazione di oggi effettuate anche decine di perquisizioni e sequestrati oltre 16 kg di stupefacenti.

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