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Omicidio di Canelli, Piero Pesce tentò il suicidio dopo il delitto: “Valerio è tutta la mia vita”

Piero Pesce avrebbe tentato il suicidio subito dopo aver ucciso il figlio Valerio, 28 anni, nella loro abitazione di Canelli. L’uomo ha raccontato di aver agito perché temeva che le crisi depressive del figlio potessero aggravare la loro situazione economica.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ha tentato il suicidio subito dopo aver ucciso il figlio Valerio nella loro abitazione di Canelli. Ai carabinieri ha raccontato di aver agito perché temeva che le crisi depressive del 28enne potessero trascinare entrambi in un calvario simile a quello vissuto sette anni prima dopo la morte di Daniela, moglie di Piero Pesce e mamma della vittima.

Dopo aver ucciso il figlio all'alba di mercoledì, ha cercato di togliersi la vita e per questo motivo sono trascorse quasi due ore dal delitto al momento in cui l'uomo si è costituito davanti alle forze dell'ordine.

Questa mattina si è presentato davanti al gip con gli avvocati Giovanna Balestrino e Giada Bocellari. Il gip ha ritenuto sufficiente la confessione resa subito dopo il delitto davanti ai carabinieri. Piero Pesce si trova ora ricoverato nel reparto psichiatrico dell'ospedale di Asti. I legali hanno chiesto che sia applicata nei suoi confronti una misura cautelare adeguata al suo stato psicofisico precario.

Valerio Pesce
Valerio Pesce

"Mio figlio è tutta la mia vita, voglio che torni da me. Abbiamo tante cose da fare insieme" continua a ripetere  in questi giorni il 61enne che non riesce a rendersi conto di quanto successo. "Pesce vuole che la memoria di suo figlio sia salvaguardata – hanno spiegato il legali -. Valerio era un bravissimo ragazzo, non stava bene".

Padre e figlio avevano affrontato anni: dal 9 novembre, inoltre, Valerio aveva dovuto chiudere la tabaccheria acquistata ad Alba con il sostegno della famiglia. Per il 61enne, quello era stato un grosso investimento economico e temeva che la chiusura prolungata avrebbe aggravato la loro situazione economica. Negli ultimi mesi, a causa delle preoccupazioni, Piero aveva perso quasi 30 chili. Negli ultimi mesi aveva dovuto far fronte non solo alla malattia del figlio, ma anche alla morte del nonno materno che aveva riacceso il dolore di tanti anni prima.

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