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L'omicidio di Niccolò Ciatti in Spagna

Omicidio Ciatti, al via processo in Spagna. I genitori: “Assassini, avete ammazzato nostro figlio”

Inizia oggi in Spagna, a Girona, il processo per la morte di Niccolò Ciatti, il 21enne di Scandicci ucciso al culmine di una rissa a Lloret De Mar nell’agosto 2017. I due imputati presenti il aula. I genitori del giovane: “Non è stato un incidente: hanno colpito per uccidere”
A cura di Chiara Ammendola
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Niccolò Ciatti (Facebook)
Niccolò Ciatti (Facebook)
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Al via questa mattina a Girona, in Spagna, il processo per la morte di Niccolò Ciatti, il 21enne di Scandicci ucciso nella notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret De Mar. A rispondere dell'accusa di omicidio ci sono due giovani ceceni Rassoul Bissoultanov e Movsar Magomadov che avrebbero colpito Ciatti al culmine di una rissa con un calcio rivelatosi fatale alla testa. Momenti di tensione all'esterno del tribunale dove sono arrivati i due imputati accolti dalle urla di dolore e di rabbia dei genitori di Niccolò: "Assassini, avete ammazzato nostro figlio, aveva solo 22 anni", le parole dei famigliari del 21enne che per la prima volta si sono trovati dinanzi ai due presunti assassini del figlio. "Avete distrutto la vita di nostro figlio e la nostra, siete dei delinquenti", hanno tuonato.

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C'è rabbia e amarezza nelle parole dei genitori di Niccolò che lamentano la lungaggine delle indagini ma soprattutto la giurisdizione di un processo diventato un caso internazionale tra Spagna e Italia con due processi in corso. Anche in Italia infatti dovrebbe celebrarsi il processo: l'apertura del dibattimento è prevista per il prossimo 8 giugno davanti ai giudici della Corte d'assise di Roma. Nella prima udienza del processo spagnolo invece che si tiene presso il tribunale di Girona dovrebbero testimoniare gli amici di Niccolò che erano con lui quella notte e i mossos d'esquadra che fermarono i tre ceceni: due vennero rilasciati subito, mentre Bisssoultanov rimase in carcere da dove uscì alla scadenza dei termini di carcerazione preventiva. Il giovane in seguito è stato arrestato in Germania, su mandato di cattura internazionale, ed estradato in Italia. Ma nel dicembre scorso la Corte d'assise di Roma lo ha scarcerato e Bissoultanov successivamente si è costituito in Spagna. Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d'assise sulla scarcerazione. Anche nei confronti di Magomadov la procura di Roma aveva chiesto e ottenuto una misura cautelare in carcere, che era stata eseguita a Strasburgo, dove i giovani ceceni, figli di rifugiati, risiedono. Ma la Francia ha negato l'estradizione di Magomadov che è stato successivamente rimesso in libertà.

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Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, quella notte di agosto di cinque anni fa sulla pista da ballo della discoteca St Trop, insieme a due connazionali, prese di mira il 21enne che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava senza alcun motivo. Un pretesto evidentemente per iniziare una rissa trasformatasi in pochi minuti in un pestaggio mortale. Sarebbe stato proprio Bissoultanov, come si evince anche da un video, a sferrare il calcio alla testa di Niccolò che non si rialzò più, morendo in ospedale ore dopo. Il giovane ceceno era in compagnia di altri ragazzi, tra i quali Magomadov che secondo l'accusa avrebbe preso parte attiva al pestaggio e per questo è stato anch'egli accusato di omicidio. "Alcuni testimoni di quella notte, mai ascoltati dagli inquirenti spagnoli, ci hanno detto che avevano già provato prima a provocare altri due ragazzi – continua il papà di Niccolò intervista da Corsera – davano spinte a caso poi aspettavano la reazione per colpire con violenza. Loro sono lottatori e sanno perfettamente che non si colpisce alla testa, invece l'hanno fatto. Non hanno neppure le attenuanti della droga, quando li hanno arrestati erano lucidi e coscienti".

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