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Olbia, sparò a una gattina e la uccise: 30enne patteggia 22 mesi di carcere

Era accusato di maltrattamento e uccisione di animali il trentenne di Olbia che ha patteggiato una pena a 22 mesi di reclusione, 3mila euro di multa e 200 di ammenda. Al procedimento si è costituito parte civile l’Enpa. La presidente nazionale, Carla Rocchi: “L’auspicio è che tali comportamenti criminali vengano isolati sempre di più dalla società”.
A cura di Susanna Picone
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Un anno e dieci mesi di reclusione, tremila euro di multa e duecento euro di ammenda. Ha patteggiato un trentenne di Olbia che era stato rinviato a giudizio per maltrattamento e uccisione di animali. Il giovane era accusato di avere sparato con una carabina a una gattina e di averla poi colpita con il calcio dell'arma fino a ucciderla. I fatti risalgono all’estate del 2016 e a dar notizia della condanna è l'Ente nazionale protezione animali (Enpa), che ha partecipato al procedimento in tribunale a Nuoro come parte civile. Fu un turista in vacanza a Budoni, allarmato dai colpi di arma da fuoco e dai miagolii della povera gattina, a segnalare il fatto ai carabinieri della locale stazione. Era il mese di agosto di tre anni fa.

La gattina morì nonostante un intervento chirurgico dal veterinario – Giunti sul posto, i carabinieri trovarono la gatta in fin di vita e anche la carabina, una balestra e munizioni detenute illegalmente. Ogni tentativo di salvare l'animale fu inutile: nonostante la corsa alla clinica veterinaria e il successivo intervento chirurgico, la gattina morì a causa di una emorragia e per le conseguenze delle fratture provocate dalle percosse.

La presidente nazionale di Enpa: "L'auspicio è che tali comportamenti vengano isolati sempre di più" – "Ringrazio i carabinieri della stazione di Budoni per essere intervenuti, ancora una volta, con grande solerzia e tempestività – il commento della presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi -. Restano però l'amarezza e rammarico per non essere riusciti a salvare la vita della gattina. Di fronte a questo non ci sono condanne né patteggiamenti che tengano, perché nulla potrà restituire la vita alla povera vittima. L'auspicio è che tali comportamenti criminali vengano isolati sempre di più dalla società".

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