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“Noi delle Autoscuole rischiamo di dover chiudere ma nessuno ci ascolta”

Ci scrive Gabriele, gestore di autoscuola a Napoli: “Il nostro settore pur potendo operare non è in grado di erogare alcun servizio. Mai siamo stati menzionati da alcun membro dell’esecutivo ma il comparto conta circa 30.000 impiegati. Sono e siamo seriamente preoccupati, rischiamo di dover chiudere le nostre attività perché impossibilitati a resistere”.
A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Gabriele, gestore di autoscuola in Campania:


"Salve, scrivo per segnalare la problematica che affligge il mio settore (AUTOSCUOLE) in tempi di COVID. La categoria autoscuola è attualmente inquadrata nel settore ISTRUZIONE (codice ateco 85, anche se in modo polemico dovrei segnalare l'applicazione IVA su patenti, caso UNICO e paradossale, nell'istruzione!), pertanto anche in tempo di pandemia non rientra nei settori bloccati, in virtù della sua importanza, ma differentemente dagli altri impiegati nel settore istruzione, noi non riceviamo sussidi e/o stipendi, siamo di fatto artigiani o professionisti che lavorano con partita iva".

"Il problema nasce proprio dal fatto che pur potendo operare non siamo in grado di erogare alcun servizio (lezioni di teoria sospese, esami teorici e pratici sospesi, compromesso il lavoro di rinnovo dei documenti di guida data la proroga prevista dai dpcm) e pertanto dal 09/03 che le nostre attività di fatto non incassano, restano comunque a nostro carico tutte le spese di gestione (assicurazione, affitto, utenze, dipendenti che forse non si vedranno prorogata la cassa integrazione). La cosa che mi spinge a scrivere per chiedervi di aiutarmi a sensibilizzare l'opinione pubblica e magari far arrivare la notizia a qualcuno che ha potere decisionale è che MAI siamo stati menzionati da alcun membro dell'esecutivo.

Siamo attualmente una categoria invisibile ma esistente, il comparto conta circa 7.000 autoscuole in Italia, circa 30.000 impiegati nel settore che sostengono le relative famiglie. Sono e siamo seriamente preoccupati, rischiamo di dover chiudere le nostre attività perché impossibilitati a resistere! Capisco le problematiche inaspettate che la pandemia ha generato, non sono un urlatore irrazionale ma, attraverso la vostra voce vorrei se possibile chiedere risposte che tardando ad arrivare minano sempre più la stabilità psichica, emotiva e gettano ombre sul futuro delle persone operanti nel settore"

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