“No a trans in carcere, tipologia più complicata da gestire”, polemiche sulla direttrice di Sollicciano
Polemiche a Firenze dopo le dichiarazioni della direttrice del carcere di Sollicciano che, parlando delle difficoltà dell'istituto penitenziario, ha affermato che preferirebbe non avere detenuti transessuali a causa dei problemi connessi. “A Sollicciano spero che i detenuti transessuali non ritornino” ha dichiarato Antonella Tuoni nel corso della commissione d’inchiesta in Palazzo Vecchio che si è tenuta ieri affermando che si adopererà perché non tornino nel penitenziario fiorentino.
Per la direttrice del carcere infatti si tratta di una "tipologia particolarmente complicata" di detenuti ed è bene che non ci siano altre complicazioni in un carcere già con tanti problemi. Nessun pregiudizio ha tenuto a chiarire Tuoni, rivelando che però mancano strumenti e spazi per gestire questo tipo di reclusi "che già in passato hanno creato molti problemi”.
Descrivendo una "situazione veramente drammatica" sia dal punto di vista strutturale che di organico, la direttrice di Sollicciano ha parlato di un "contenitore dove si alimenta la recidiva" e che ha portato a due procedimenti disciplinari nei suoi confronti per le condizioni del carcere. In questa situazione difficile "avere detenuti transessuali potrebbe peggiore la situazione, perché hanno amplificati i problemi delle donne e degli uomini. Sono la tipologia di più complicata da gestire. Non è che non li vogliamo a prescindere” ha spiegato la direttrice.
I detenuti li "riconsegniamo al territorio esattamente, se non peggio, a quando sono entrati" ha avvertito Antonella Tuoni, lamentando la mancanza di serie politiche di reinserimento e il sovraffollamento perché "all’appello mancano 223 posti, lasciando una percentuale importante di sovraffollamento visto che allo stato attuale sono chiuse due sezioni giudiziarie, una sezione femminile e sono inagibili diverse camere”.