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Neonato trovato morto nella culla, sequestrata la salma. I genitori presentano denuncia

La tragedia è avvenuta a Termoli, in Molise. I genitori avrebbero presentato una denuncia in quanto sosterrebbero che al momento dell’arrivo del 118 il figlio fosse ancora vivo. Un dramma analogo si è verificato a Sassari. In entrambi i casi potrebbe trattarsi di “sindrome di morte improvvisa del lattante”.
A cura di Biagio Chiariello
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Tragedia nella notte a Termoli, in Molise. Un neonato è morto nella notte mentre dormiva in quello che all’apparenza sarebbe un caso di “morte in culla”, nota anche come “sindrome di morte improvvisa del lattante”. Secondo una prima ricostruzione, madre e padre – una coppia di circa 27 anni che vive nella periferia della località balneare sull’Adriatico e di buona famiglia – si sarebbero avvicinati alla culla forse per la poppata al bimbo, primogenito maschio, per poi accorgersi che il piccolo non dava segni di vita. Immediata la chiamata al 118, ma tutti i tentativi di rianimarlo sarebbero risultati vani. Durante la corsa in ospedale il personale medico non avrebbero potuto far altro che constatare il decesso del neonato. Cosa sia successo di preciso non è ancora chiaro e al dolore si sarebbe affiancata anche la rabbia. I genitori infatti, scrive Molise Tabloid, avrebbero presentato una denuncia in quanto sosterrebbero che al momento dell’arrivo del 118 il figlio fosse ancora vivo.

Un dramma analogo è avvenuto a Sassari. Secondo quanto riporta La Nuova Sardegna il piccolo sarebbe stato messo a letto dalla madre che poi poco dopo, verso le 22, è andata a controllarlo. A quel punto si è accorta che c’era qualcosa che non andava perché il figlioletto non si muoveva e non respirava. La donna ha subito allertato il marito e gli altri familiari, che in un primo momento avrebbero cercato di praticare le manovre di rianimazione alle quali però il neonato non ha risposto. Nel frattempo sul posto sono giunti i sanitari del 118 che hanno cercato di rianimare il neonato per quaranta minuti. Ma il bimbo non ha più ripreso conoscenza e alla fine è spirato. Ora sarà l’autopsia a spiegare le cause del decesso.

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