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Morto a 17 anni in un incidente, la mamma di Ale Messi: “Ho aperto un bar col suo nome per non morire”

A più di sei mesi di distanza dall’incidente costato la vita al figlio 17enne, Francesca Docimo, ha aperto un bar in suo nome, chiamandolo proprio come lui: Ale Messi. “Si trattava di scegliere se continuare a vivere o morire”, le parole della donna.
A cura di Chiara Ammendola
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Alessandro Messina
Alessandro Messina

Ha scelto di continuare a vivere Francesca Docimo, 44 anni, la madre di Alessandro Messina, uno dei tre ragazzi morti nel drammatico incidente avvenuto lo scorso 5 giugno a Busonengo. La sua è una storia di rinascita e di forza ritrovata grazie a un lavoro e alla sua seconda figlia che l'ha spinta a prendere in gestione un bar a Candelo, comune della provincia di Biella, e a dedicarlo al figlio scomparso a soli 17 anni.

“Ale Messi” è il nome scelto da Francesca che ha anche attivati i profili social legati all'attività commerciale con tanto di foto di Alessandro. La sua storia, raccontata dal Corriere della Sera, è soprattutto il racconto di come una comunità si sia stretta intorno a una donna e al suo dolore di madre. Sono tanti infatti i ragazzi, anche giovanissimi, che conoscevano Ale di vista o andavano a scuola con lui, che sostengono il coffee bar di Francesca.

L'auto dopo l'incidente a Busonengo
L'auto dopo l'incidente a Busonengo

“Si trattava di scegliere se continuare a vivere o morire pure io – spiega la donna – e allora ho pensato ad Ale. Era il figlio che ogni mamma avrebbe voluto e so che non vorrebbe vedermi arresa. Per questo sono qui. E, vedi Ale? Ci sono anche tutti i tuoi amici”. È stata la figlia Angelica, 10 anni, sorella di Alessandro, a darle la forza di accettare la gestione del bar quando il vecchio proprietario, deciso a scegliere la pensione, le ha proposto di rilevarlo. Qualche attimo di titubanza e poi la decisione: ora Ale Messi, così come Alessandro si faceva chiamare sui social, è diventato un luogo di ritrovo di giovani.

Un luogo di speranza dove spesso si recano anche le mamme delle altre due vittime di quel drammatico incidente: il 17enne Raffaele Petrillo e il 22 Carmine Marotta. Quel giorno di giugno i tre viaggiavano insieme a un quarto amico, Stefano, 21 anni, unico sopravvissuto allo schianto, a bordo della Y10 di quest'ultimo quando, giunti a Busonengo, nel Vercellese, una Bmw li ha centrati in pieno facendoli finire fuori strada.

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