529 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Morta Lucy Salani, l’unica trans italiana sopravvissuta ai lager nazisti

Morta oggi a Bologna Lucy Salani, l’unica transessuale italiana uscita viva dai campi di sterminio nazisti.
A cura di Davide Falcioni
529 CONDIVISIONI
Immagine

È morta alle soglie dei 99 anni Lucy Salani, l'unica transessuale italiana uscita viva dai campi di sterminio nazisti. A darne notizia su Facebook Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano e consigliere regionale lombardo di Patto Civico: "La nostra tesserata onoraria Lucy Salani non c'è più. Una vita lunga dove ha conosciuto l'orrore dei campi di concentramento e poi la libertà di voler essere se stessa".

Nata nel 1924 a Fossano come Luciano Salani, era cresciuta a Bologna come uomo gay. Antifascista, disertò il servizio di leva obbligatorio e dopo l'armistizio venne deportata  nel campo di lavoro forzato di Bernau, in Germania, da cui riuscì a fuggire prima di essere catturata e internata nel campo di concentramento di Dachau, dove fu contrassegnata con il triangolo rosso, simbolo che distingueva i disertori e prigionieri politici dagli ebrei. Salani riuscì a sopravvivere per sei mesi nel campo e il giorno della liberazione da parte degli Alleati, poco prima di abbandonare il lager, venne ferita a una gamba dalle truppe naziste che cominciarono a sparare sui prigionieri: Salani fu ritrovata tra i cadaveri degli altri internati.

Immagine

Dopo la guerra, Lucy visse tra Torino e Roma, e trascorse un periodo anche a Parigi. Negli anni Ottanta, a Londra, si sottopose all’operazione di cambio del sesso, senza tuttavia cambiare il suo nome all’anagrafe. Sempre nello stesso periodo si trasferì a Bologna, dove è rimasta fino alla morte. La vita di Lucy Salani è stata raccontata nel libro del 2009 "Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale" di Gabriella Romano e nel documentario realizzato dalla stessa Romano "C’è un soffio di vita soltanto", uscito nel 2021. È stata anche intervistata nel documentario "Felice chi è diverso", diretto da Gianni Amelio e uscito nel 2014.

"Sono stato bambino, figlio e figlia, soldato, disertore e prigioniero, madre, prostituta e amante. Ma qualsiasi persona sia stata, posso dire con convinzione di essere stata sempre me stessa", diceva di sé. "Lucy – ricorda Arcigay sui social – è stata una giovane poetessa e donna transgender riuscita a sopravvivere all'orrore del campo di concentramento nazista di Dachau. La sua vita è simbolo di Resistenza e di memoria storica. Il ricordo di Lucy vive nei nostri cuori e ci spinge a lottare con ancora più forza per affermare l'immenso valore dell'autenticità delle nostre vite". Anche Anpi Milano, che le aveva consegnato la tessera nei mesi scorsi, così come i Sentinelli e tanti attivisti oggi sui social ricordano l'attivista, unica trans italiana sopravvissuta ai lager.

529 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views