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Morta a 3 anni per le botte del patrigno: chiesto il rinvio a giudizio anche per la madre

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Juana Francisca, la madre della piccola Samantha, la bimba di tre anni morta a Calambrone (Pisa) per le botte e le sevizie del patrigno, Tonino Krstic oggi condannato all’ergastolo. Per la Corte d’Assise d’appello, infatti, la donna è responsabile di omicidio volontario e non del solo reato di maltrattamenti.
A cura di Angela Marino
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La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Juana Francisca, la madre della piccola Samantha, la bimba di tre anni morta a Calambrone (Pisa) per le botte e le sevizie del patrigno, Tonino Krstic oggi condannato all'ergastolo. Per la Corte d’Assise d’appello, infatti, la pena a già comminata a 12 anni per maltrattamenti, non è sufficiente. La donna deve rispondere anche di omicidio volontario aggravato, in concorso con l’ex. Anche se non è stata lei a cagionare con le proprie mani la morte, della piccola, ridotta in fin di vita dalle frustate inferte dal compagno, la donna avrebbe potuto salvare in ogni momento la vita della figlioletta chiamando il 118 e dando l'indirizzo della baracca dove la piccola stava morendo.

I fatti risalgono al 27 aprile 2016. Juana Francisca, separata e madre di due bimbi di cui Samantha era la minore, vive da qualche tempo con Tonino Krstic in una pizzeria dismessa, locale di proprietà del comune, a Calmbrone. I due sono rimasti i solo inquilini di quella casa occupata abusivamente da quando i parenti del Krstic hanno deciso di lasciare la casa per gli accessi collerici e violenti dell'uomo. Picchia la compagna incinta e i bambini, in particolare Samantha, oggetto dei suoi sfoghi. La frusta con una cinghia inzuppata d'acqua sulle cosce, la prende a calci, pugni e a bastonate. Quando è calmo si limita a gettarle addosso dell'acqua ghiacciata e la costringe in punizione sotto al letto. La madre tace, non interviene mai. Poi il 27 aprile del 2017 le condizioni della piccola si aggravano, è fredda, esanime. Krstic chiama il 118 chiedendo aiuto perché la bimba ha una temperatura di 32 gradi, è in ipotermia. Quando gli chiedono l'indirizzo, però, Tonino Krstic dà loro un altro civico, per dirottarli altrove. Circa due ore dopo, avendo ormai bruciato la cinghia e gli strumenti con cui picchiava la bambina, chiama nuovamente i soccorsi, questa volta dandogli i riferimenti i giusti, ma ormai non c'è più niente da fare.

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