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Covid 19

Monitoraggio Iss, ancora in calo incidenza, Rt e terapie intensive: nessuna Regione a rischio alto

Secondo l’ultimo monitoraggio settimanale Iss sulla situazione Covid in Italia, sono in calo l’incidenza (365 casi ogni 100mila abitanti), l’Rt (ora a 0,80) e i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Solo due Regioni a rischio moderato.
A cura di Ida Artiaco
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Prosegue la discesa della curva dei contagi Covid-19 in Italia, con tutti gli indicatori in calo per la seconda settimana consecutiva.

È quanto emerge dall'ultimo monitoraggio settimanale della Cabina di Regia sulla situazione pandemica in Italia.

Nello specifico, scende l’incidenza settimanale a livello nazionale: 365 casi ogni 100mila abitanti nel periodo compreso tra il 5 e l'11 agosto, contro i 533 casi ogni 100mila abitanti della settimana precedente.

In ulteriore diminuzione anche l'indice Rt, cioè l'indice di trasmissibilità, ben al di sotto della soglia di allarme: ora è pari a 0,81, calcolato sui casi sintomatici, da 0.90.

La situazione Covid negli ospedali italiani

Secondo l'ultimo monitoraggio settimanale Iss, il tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo al 3,2%, secondo la rilevazione giornaliera del Ministero della Salute all'11 agosto, di contro al 3,6% dello scorso 4 agosto.

Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 13,0%, secondo la rilevazione giornaliera del Ministero della Salute all'11 agosto, dal 15,2% di quella del 4.

Le Regioni a rischio Covid

Questa settimana nessuna Regione appare a rischio alto. Due sono classificate dall'Iss a rischio moderato e le restanti 19 a rischio basso.

Sette Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Due Regioni riportano molteplici allerte di resilienza.

La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (13% vs 12%). Stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% vs 44%), e in lieve diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (43% vs 44%).

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