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Mestre, rubano l’urna con le ceneri del cane. Appello dei padroni: “Aiutateci a ritrovarla”

Gino e Cristina, coniugi di Mestre entrambi disabili, hanno subito il furto dell’urna nella quale custodivano le ceneri del loro amato pastore tedesco Lela, morto ad aprile: “Mia moglie piange a dirotto e io non riesco a capacitarmi di tanta cattiveria”.
A cura di Susanna Picone
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Il loro amato pastore tedesco, una femmina di nome Lela, è morto lo scorso aprile e i proprietari, una coppia di coniugi di Mestre entrambi disabili, avevano deciso di conservare le ceneri della loro amica a quattro zampe. Ceneri che custodivano a casa, in camera da letto, in una normale scatola di legno dal valore esclusivamente affettivo e che purtroppo alcuni giorni fa è sparita. A denunciare il furto dell’urna con le ceneri del cane è stato Gino Baoduzzi, che al quotidiano La Nuova Venezia ha raccontato quanto accaduto e ha segnalato l’episodio anche sul suo profilo Facebook. “Se qualcuno notasse questa scatola, abbandonata o buttata da qualche parte, ci avvisi subito. Dentro ci sono le spoglie del nostro amato cane. Ha vissuto con noi per 12 anni”, è l’appello lanciato da Gino, che ha condiviso le foto dell'urna scomparsa sul social network e si è recato subito a sporgere denuncia presso la questura di Venezia.

I ladri non hanno portato via nessun oggetto di valore, ma solo l'urna con le ceneri di Lela – “Mia moglie – ha aggiunto l’uomo a La Nuova Venezia – piange a dirotto e io non riesco a capacitarmi della cattiveria di chi si è introdotto in casa nostra per rubare esclusivamente l’urna della nostra amata Lela. C’era altro da rubare, come il mio computer e la mia collezione di cimeli dell’Urss, che però non sono stati minimamente toccati. E purtroppo siamo al terzo furto in otto mesi”. Gino e la moglie Cristina proprio non riescono a darsi pace e per questo hanno chiesto aiuto ai loro concittadini: “Noi con Lela ci sentivamo sicuri – ha detto ancora l’uomo – Potevamo girare per Mestre in carrozzina in piena notte e lei ci accompagnava ovunque. Ora mi sa che dovremo murarci in casa perché così non si vive”. Tanti i commenti di solidarietà apparsi in questo ore sul profilo dell’uomo.

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